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Musica e cultura, interviene Marco Zarfati di Le Mura

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Le Mura
Gli interni del locale "Le Mura" nel quartiere San Lorenzo in Roma

Nel vastissimo panorama di proposte che Roma offre a livello di live-music club e locali notturni, non è spesso semplice orientarsi se si ha come scopo quello di godersi una serata originale o trascorrere alcune ore ad ascoltare buona musica. Per conoscere meglio le realtà operanti in questo settore dell’economia cittadina, DailyGreen è andata a intervistare Marco Zarfati, uno dei proprietari del noto locale Le Mura, diventato, in un breve periodo di tempo, un punto di riferimento artistico e culturale della Capitale.

Le Mura, un luogo unico in tutta Roma

Marco, quando e come nasce Le Mura? Qual è la vostra “mission”?
Le Mura nasce dal sodalizio con i miei due migliori amici, Emanuele Mancini e Guglielmo Betti, con i quali,  a un certo punto della nostra vita, abbiamo deciso (malauguratamente!) di sancire il nostro legame anche “commercialmente”. Cominciammo così a organizzare alcuni eventi molto interessanti finché non ne preparammo uno molto grande, organizzato in quello che poi sarebbe diventato Le Mura. E il successo di quell’evento, unito alla circostanza che i proprietari di quello spazio cercavano degli acquirenti per cederlo, rappresentò probabilmente la combinazione decisiva che portò al varo del nostro progetto.

Le Mura
Uno dei proprietari di “Le Mura” Marco Zarfati

Riguardo la “mission” sì, ce l’abbiamo. Io e gli altri due soci avevamo girato molto gli Stati Uniti e l’Europa e ci eravamo resi conto della mancanza a Roma di un particolare tipo di locale, un luogo ove recarsi anche senza sapere cosa c’è in programma quella specifica sera, ma semplicemente perché se ne apprezza l’atmosfera e la musica e sostanzialmente “ci si fidi”; un posto dove andare sicuramente a sentire musica ma anche dove sentirsi tranquilli di poter capitare, per bere qualcosa di buono, fare due chiacchiere su un divano e sentirsi a casa, oppure, fiore all’occhiello di Le Mura, fare una partita a biliardino! (gratis!).

Per chi non conoscesse l’ambiente romano, il quartiere di San Lorenzo è noto per la presenza di tantissimi locali frequentati da giovani, vuoi anche perché, su questo territorio, insiste l’Università La Sapienza. Come cercate di differenziarvi dagli altri competitors?
Allora, innanzitutto noi non consideriamo “competitors”” gli altri locali del quartiere, anzi, siamo contenti che ce ne siano così tanti e che ci aiutino a dare un’identità notturna e giovanile alla zona. Detto questo però, va anche detto che il target di Le Mura non sono principalmente gli studenti universitari; anzi, direi più i post-universitari dai 25 ai 35 anni. Le persone che “si imbattono” nel locale perché di passaggio sono pochissime, anche perché ci troviamo relativamente decentrati rispetto alle dinamiche di movimento interne al quartiere.

In più cerchiamo di differenziarci dagli altri locali come proposta culturale. Ad esempio siamo tra i pochi (forse gli unici, non so!) che organizzano solo concerti di musica originale, niente cover, praticamente tutte le sere. E sempre di qualità. Diciamo che la qualità è il comun denominatore, almeno nel tentativo, di tutte le nostre proposte. Dalla musica all’atmosfera e, soprattutto, alla qualità del bere. In questo devo dire che siamo stati baciati dalla fortuna perché quasi per caso abbiamo cominciato la nostra avventura con il barman Carlo Piccerillo, allora già bravissimo, diventato con il tempo uno dei migliori barman d’Italia, che ci ha fatto fare salti su salti di qualità fino a farci quotare come uno dei migliori cocktail-bar di Roma. Da quest’anno poi gli abbiamo affiancato un suo collega di pari bravura che era da sempre il suo pupillo, Daniele Ricca, e al bancone facciamo fuoco e fiamme! Oggi i nostri barman rappresentano delle vere e proprie “attrazioni” anche perché i loro drink non sono delle semplici “bevande molto buone”, ma delle vere e proprie “esperienze extrasensoriali”! Provare per credere! E poi, vorrei evidenziare, offriamo alta qualità a prezzi accessibili se pensiamo alla qualità che offriamo; quindi aberrazioni tipo shottini a un euro (magari fatti con prodotti scadenti) o birre a buon mercato sono cose che a Le Mura non puoi neanche pensare di trovare. Aggiungerei poi un’altra componente, essenziale per noi, e cioè la resa della musica dentro Le Mura visto che curiamo tantissimo la qualità del suono e l’acustica del locale sia a livello di spazi e materiali della struttura e sia a livello di impiantistica, e direi che, anche qui, siamo stati baciati dalla fortuna grazie al nostro fonico Fabio Grande!

Come organizzate la programmazione artistica del locale?
Per quanto riguarda la programmazione artistica a oggi ce ne occupiamo io ed Emanuele. Lui è un musicista particolarmente noto nell’ambiente romano  (è il cantante dei Mamavegas, gruppo prodotto da un altrettanto importante etichetta discografica, la 42 Records e quindi da sempre nel giro dei musicisti capitolini e nazionali) mentre io sono sempre stato un grandissimo appassionato di musica per cui è stato abbastanza facile, prima per lui e poi per me, gestire il calendario artistico.

Direi che, ora, organizzare la programmazione è diventato difficile in senso contrario in quanto riceviamo così tante proposte di collaborazione da parte di band e gruppi di ogni genere che è davvero un problema starci dietro.

A proposito di musica live e band giovanili, state cercando di configurarvi come una sorta di laboratorio privilegiato per far emergere nuovi talenti?
A esser sinceri no, non ci siamo mai posti quest’obiettivo. Sicuramente volevamo aprire un locale anche per dare spazio alle voci che ritenevamo valide ma che non erano ancora riconosciute come tali ma, principalmente, a Le Mura si esibiscono band che hanno già una loro etichetta e una propria agenzia di booking.

Progetti futuri in cantiere?
Beh, sicuramente sì ma ci tengo a sottolineare che, come Le Mura, non desideriamo una crescita eccessiva in termini di pubblico. Certamente abbiamo idee e progetti concernenti modifiche e sviluppi per il locale sia per la stagione indoor che per quella outdoor ma la nostra filosofia di base resta sempre la stessa: un luogo originale, di nicchia, dove intendiamo mantenere la “magia” che ci ha caratterizzati finora, evitando di divenire eccessivamente commerciali per non perdere sia la nostra impronta genetica che la nostra cifra caratteristica.