Home C'era una volta Muggsy Spanier, uno dei più grandi trombettisti tradizionali

Muggsy Spanier, uno dei più grandi trombettisti tradizionali

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Il 9 novembre 1906 a Chicago, nell’Illinois, nasce il trombettista Muggsy Spanier, il cui vero nome è Francis Joseph Spanier.

La cornetta a tredici anni

Di famiglia assai numerosa Muggsy inizia a suonare la cornetta a tredici anni, dopo un periodo in cui si è dedicato alla batteria. Dopo aver fatto parte di un gruppo studentesco, la Holy Name Cathedral School Band, fa le sue prime esperienze più impegnative a quindici anni nell’orchestra del pianista Elmer Schoebel al Blatz Palm Gardens di Chicago. Debutta poi come professionista nella formazione di Sig Meyers nel 1922 dove resta per due anni. Dal 1925 al 1928 fa parte di molte formazioni quali quelle di Johnny Lane, Doc Rudder, Charlie Straight, Gene Green, Charlie Pierce e Joe Kayser. Nel 1929 è con Ray Miller al College Inn di Chicago. Dal 1929 al 1936 suona nel gruppo di Ted Lewis che lascia per unirsi a quello di Ben Pollack fino al 1938. L’anno successivo resta lontano dalle scene musicali per vari mesi a causa di una grave malattia. Ripresa l’attività dà vita a una sua orchestra, la Muggsy Spanier’s Ragtime Band con la quale incide per l’etichetta Bluebird. L’orchestra si sciolse nel 1940 dopo un periodo trascorso al Nick’ e Muggsy per tre mesi suona ancora con Ted Lewis poi si unisce all’orchestra di Bob Crosby al Blackhawk Restaurant di Chicago. Nel 1941 dà vita alla sua seconda orchestra in proprio modellandone lo stile su quello di Crosby e servendosi di ottimi elementi, come Irving Fazola, Vernon Brown e l’arrangiatore Dan Kinkaide. La formazione non ottiene il successo sparato e lui la scioglie nel 1943 formandone un’altra di dimensioni ridotte. In quel periodo però resta vittima di un grave incidente automobilistico che lo costringe a una temporanea inattività. Ristabilitosi rimette in sesto la formazione e suona al Capitol di Chicago.

Il sogno di una propria big band

Nella seconda metà degli anni Quaranta torna a New York dove suona prima con il pianista Art Hodes e poi con Ted Lewis e con Miff Mole al Nick’s. La tentazione di mettersi in proprio non l’abbandona. Nel 1947 dopo aver dato vita a un piccolo gruppo col quale si esibisce al Blue Note forma una nuova big band, la terza della sua carriera. Anche questo tentativo si risolve in un disastro economico. Per far fronte ai debiti suona nella formazione di Earl Hines a San Francisco. Nei primi anni Sessanta si muove in proprio, con piccoli gruppi, soprattutto nell’area di San Francisco. Poco dopo essere apparso al festival di Newport del 1964, è costretto ad abbandonare la professione attiva per motivi di salute. È considerato uno dei più grandi trombettisti tradizionali di tutti i tempi. Dotato di forte temperamento e personalità e di un notevole jazz feeling, dà il meglio di se stesso nella esecuzione dei blues per i quali usò costantemente il plunger mute con effetti di sorprendente efficacia. L’epiteto Muggsy deriva dal nome di un popolare manager di baseball, “Muggsy” McGraw. Muore a Sausalito, in California, il 12 febbraio 1967.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".