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MSI, era possibile un’altra Destra?

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Annalisa Terranova, Guido Caldiron e Alessandro Campi durante un momento della presentazione "L'altro Msi" (Giubilei Regnani) alla Libreria Cultora di Roma

Si è svolta venerdì 4 marzo presso la Libreria Cultora in Roma la presentazione del volume L’altro Msi. I leader mancati per una destra differente (Giubilei Regnani, 2016) della giornalista e scrittrice Annalisa Terranova. Con la prefazione di Antonio Carioti, il libro cerca di elaborare una ricostruzione delle vicende storiche del MSI dal 1946 al 2013 attraverso le sue figure politiche più autorevoli, cercando di capire come mai gli esponenti della Fiamma, storicamente, non siano riusciti ad andare oltre il proprio recinto culturale ed elettorale per costruire un MSI differente da quello che conosciamo e, successivamente, a disperdersi in mille rivoli partitici. Al dibattito erano presenti, oltre all’autrice, il politologo ed editorialista de Il Messaggero Alessandro Campi e il giornalista de Il Manifesto Guido Caldiron.

MSI, era possibile un altra Storia?

Il dibattito sull’MSI alla Libreria Cultora

La ricostruzione di Annalisa Terranova ha indagato personaggi e momenti storico-politici dell’MSI cercando di evidenziare il fatto che, a differenza di quanto apparisse agli occhi dell’opinione pubblica, il partito della Fiamma Tricolore fosse ben lungi dall’essere una “forza monolitica” e che, al contrario, si fosse sviluppato un dibattito alquanto ricco di spunti e di riflessioni anche durante la segreteria Almirante. La centralità della figura del carismatico ex leader missino non fu mai messa in dubbio fino al 1988, anno della sua scomparsa, ma, dietro al continuo richiamo al periodo fascista, “ci sarebbero state altre offerte politiche non almirantiane all’interno del MSI” ed ecco pertanto la galleria di esponenti politici proposti dall’autrice: Romualdi, Massi, De Marzio, Rauti, Tarchi, Niccolai, Mennitti fino al fallito tentativo di Futuro e libertà di Gianfranco Fini. I ritratti di queste personalità, che hanno tutte cercato nella loro storia politica e personale di prendere le distanze dal nostalgismo fascista e tentare di avventurarsi nella modernità, riflettono da soli la grande ricchezza che animava culturalmente l’MSI pur se, come fa la Terranova, assurgono a dei “leader mancati” per la costruzione di una destra differente.

Guido Caldiron ha evidenziato come il libro della giornalista de Il Secolo d’Italia racconti bene le vicende della destra italiana e di ciò che rimane oggi della sua eredità. In particolare, secondo il giornalista de Il Manifesto Fini ha rappresentato un serio tentativo “eretico” di cambiamento, uno “sforzo di rottura della tradizionale connessione sentimentale del popolo della destra”. Secondo Caldiron, possibili MSI potevano essere la vicenda rautiana con le sue fascinazioni culturali sul movimento giovanile della Fiamma; la costruzione di una destra plurale negli anni ’90 con il tentativo di Domenico Mennitti e la sua rivista Ideazione; Marco Tarchi, infine, e il tentativo innovativo della Nuova Destra.

Nel prendere la parola, il politologo Alessandro Campi ha ritenuto che esperienze tipo quella di Tarchi, Mennitti o lo stesso Fini siano state nobili ma destinate al fallimento.  “Non c’è dubbio – ha detto Campi – che il volume della Terranova è puntuale e cerca di ricostruire e preservare la memoria storica della destra come nessuno ha fatto mai; pur tuttavia non ho trovato una chiave interpretativa del fallimento e del naufragio dei tentativi di questi personaggi”. A volte, certamente, sono stati tentativi velleitari, come quello di Ernesto Massi e il limite principale è stato quello di non oltrepassare il ghetto politico-identitario dove erano confinati i missini. Ma, allora, “la vera domanda non è tanto chiedersi perché questi leader hanno fallito ma perché sono andati i male i tentativi di condizionamento politico prima in AN e poi nella PDL” rimarcando come la rivista Ideazione, ad esempio, non fosse il solito foglio di corrente ma, bensì, il luogo di una costruzione culturale più ampio rispetto al recinto tradizionale dell’MSI.

Foto tratta dal profilo Facebook di Francesco Giubilei