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Miti e leggende del giglio, il re dei fiori

il giglio il re dei fiori

In molte culture, il giglio è associato alla verginità e alla fertilità, ma non solo: il giglio è soprannominato “il re dei fiori”, facendo riferimento alle leggende bibliche e al suo passato monarchico.

Miti e leggende del giglio

Secondo la leggenda il giglio bianco nacque da una goccia di latte caduta a terra durante l’allattamento di Era ad Ercole. Poiché Ercole era figlio del dio Zeus e della mortale Alkmene, Zeus pretese che Ercole fosse allattato dal petto di sua moglie, la dea Era, per diventare immortale. Mentre lei dormiva, misero il bambino sul suo petto e, quando lo allattò, alcune gocce di latte finirono, nell’ universo creando la Via Lattea, e le gocce che caddero in terra vennero chiamate giglio bianco.

E’ un fiore presente nella iconografia cristiana, spesso associato anche ai Santi maggiori, come S. Antonio da Padova.         Secondo la Bibbia, il giglio di Pasqua cresceva nel giardino del Getsemani, dove Giuda aveva tradito Gesù. Secondo la leggenda il giglio bianco, spuntò nel punto dove caddero le lacrime e il sudore di Gesù negli ultimi istanti della sua vita.

Il giglio ha avuto un posto importante anche nel Paradiso di Adamo ed Eva. Secondo la Bibbia, quando Eva lasciò il Giardino dell’Eden, versò lacrime di pentimento e da quelle lacrime di pentimento spuntarono i gigli.

L’Arcangelo Gabriele, spesso rappresentato nell’iconografia religiosa con un giglio in mano, simbolo di purezza e verità, e  Sant’Antonio, patrono dei bambini, al quale Gesù donò dei candidi gigli.

L’amore dura come un giglio
L’amore dura come un giglio,
tenero sul sentiero del Tempo
bellezza che respira, che brucia
fragrante, fine e fragile.
Solomon J.D. Fendell, Poetry magazine, Maggio 1918
Curiosità  
In antichità, il fiore di giglio veniva inciso sulle tombe ebree ed è l’origine della stella a sei punte. Il giglio fiorentino, di colore rosso, è stato lo stemma della famiglia nobile dei Medici che ha governato Firenze durante il Rinascimento.
I fiorentini usarono il giglio come simbolo distintivo già durante la prima crociata. In origine il giglio era bianco su campo rosso, fu nel 1251 che i Guelfi che controllavano Firenze e che avevano esiliato i Ghibellini i quali continuavano ad usare il simbolo, decisero di invertire i colori, assumendo il giglio rosso in campo bianco, colori che sono rimasti sino ad oggi.

Dal Medioevo in poi, il giglio era associato al potere monarchico. Il fiore divenne simbolo dei re di Francia o dell’impero germanico.    E’ anche dell’emblema floreale di molti paesi come la Bosnia o il Quebec che hanno questo fiore nella loro bandiera.

Caratteristiche e proprietà

Il giglio è una pianta che appartiene alla famiglia delle Liliacee ed ha sia nomi comuni che nomi locali; viene per esempio chiamato giglio di Sant’Antonio. È una pianta vivace fornita di un bulbo con numerose squame gialle allungate; dal bulbo sorgono le foglie raggruppate in un ciuffo e tra queste spunta il fusto florale che può essere alto fino a un metro.

Le foglie invernali sono 6/8 ed hanno un margine ondulato, sono glabre con superficie lucente.I fiori possono essere da 5 a 20 e hanno cinque stami con polline giallo-arancio.

Il frutto è una capsula che a maturità si apre in tre parti e lascia uscire numerosi semi tondi e piatti di colore marrone chiaro.
La parte del giglio che ha attività terapeutica sono petali e bulbi.
I petali si raccolgono in maggio-giugno, i bulbi si raccolgono in agosto-settembre quando la pianta è a riposo. Petali e bulbi dopo l’essiccamento si conservano in recipienti di vetro o porcellana.
Il giglio ha proprietà emollienti, lenitive, antinfiammatorie con numerosi principi attivi come mucillagini, steroli, glucosidi tipo scillina. Petali e bulbi del giglio hanno proprietà diuretiche ed emmenagoghe, anche espettoranti da utilizzare con cautela, perché non sono completamente innocui. Sicuro e valido è invece l’uso tradizionale esterno e cosmetico. Il bulbo cotto è utile per risolvere foruncoli e può essere usato sulle pelli arrossate, su ustioni e sulle piaghe. I Petali vengono usati come lenitivo nel caso di scottature dermatosi eczemi e pruriti.

I CONSIGLI DEL FARMACISTA

Usare i bulbi per uso esterno per curare scottature e infiammazioni della pelle: fare una polpa del bulbo fresco e applicare più volte durante l’arco della giornata mettendolo su una garza.

Usare i petali per uso esterno per lenire scottature e pruriti: fare una tintura oleosa per es. 10 grammi in 100 ml di olio di semi di oliva, messi a macero per 5 giorni, fare lievi frizioni sulle parti interessate.

Uso cosmetico
Gli estratti dei bulbi di Giglio hanno proprietà bioattivanti cutanee ciò spiega come mai gli impieghi della cosmesi popolare dei bulbi freschi aiutano a migliorare l’aspetto e la consistenza di pelli senescenti rilassate e stanche

 

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