Home C'era una volta Mi chiamo Barbara Millicent Roberts, ma chiamatemi Barbie

Mi chiamo Barbara Millicent Roberts, ma chiamatemi Barbie

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Il 9 Marzo 1959 viene messa in vendita una bambola dal nome lunghissimo. Si chiama Barbara Millicent Roberts.

Un nome più semplice

Dopo aver testato il mercato, per evitare problemi nella dizione e soprattutto nella memorizzazione i produttori le affibbiano anche il nomignolo abbreviativo di Barbie. L’artefice principale di questa piccola creatura artificiale è Ruth, la moglie di Ellit Handler, uno dei fondatori della casa produttrice di giocattoli Mattel. Il debutto ufficiale della bambola avviene in occasione della fiera del giocattolo di New York.

Abiti e accessori separati

La sua peculiarità è quella di disporre di un ampio guardaroba di abiti e accessori venduti separatamente. Fin dal suo primo apparire sul mercato la bambola appare come un fenomeno commerciale senza precedenti. Solo nel 1959 infatti vengono vendute più di 350 mila Barbie al prezzo di 3 dollari ciascuna. La bambola approderà in Italia soltanto nel 1964.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".