Home C'era una volta McCoy Tyner, un piano energico e colorato

McCoy Tyner, un piano energico e colorato

SHARE

L’11 dicembre 1938 a Philadelphia, in Pennsylvania, nasce il pianista McCoy Tyner, il cui nome completo è Alfred McCoy Tyner.

L’incontro con Coltrane

Figlio di una pianista dilettante Tyner inizia lo studio della musica a tredici anni e a quindici è già a capo di un gruppo di suoi coetanei a Philadelphia. Influenzato da Bud Powell e Thelonious Monk dopo una serie di esperienze con formazioni locali nel 1959 viene scritturato da Benny Golson e Art Farmer per il loro prestigioso Jazztet, all’interno del quale McCoy opera circa sei mesi prima di sostituire Steve Kuhn nel gruppo di John Coltrane con il quale rimarrà fino al dicembre 1965. Coltrane in quel periodo è alla ricerca di un pianista che, al pari di Bill Evans, si muova agevolmente nell’ambito modale e che in più possieda un volume sonoro di notevole portata. Proprio per questi caratteri sceglie Tyner. Nel 1962 McCoy Tyner incide per la Impulse il suo primo disco in veste di leader, Inception, con Art Davis al contrabbasso ed Elvin Jones alla batteria.

Un pianismo più concertistico

Verso la fine del 1962, sempre per la Impulse, il pianista, affiancato questa volta da Henry Grimes e Roy Haynes, realizza Reaching Fourth. La composizione che dà titolo all’album è costruita sull’intervallo di quarta che è la base delle armonizzazioni di Evans e che Tyner porta fino alle estreme conseguenze. Nel 1963 McCoy vince il referendum del Down Beat nella categoria New Star e due anni dopo abbandona Coltrane. Dopo la separazione suona con Blue Mitchell, Bobby Hutcherson, Donald Byrd nonché con Ike e Tina Turner e Jimmy Witherspoon. Nel 1972 incide l’album Sahara, giudicato dal Down Beat miglior disco dell’anno. Il suo pianismo acquista più energia e colori, si fa più concertistico e la spiritualità di cui è intriso diventa un elemento costitutivo primario e ineliminabile della produzione tyneriana degli anni Settanta. Muore il 6 marzo 2020.

 

Previous articleUte Lemper: non sono la nuova Lola e mi sento cittadina del mondo
Next articleMete da sogno in Trentino
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".