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Mary Hopkin, quando un valzer lento scalzò i Beatles

Il 5 ottobre 1968 Those were the days, un valzer lento interpretato dalla quasi sconosciuta Mary Hopkin arriva la primo posto della classifica britannica dei dischi più venduti detronizzando Hey Jude dei Beatles.

Lo zampino di Paul McCartney

La notizia fa sensazione. C’è chi, lanciandosi in azzardate generalizzazioni sociologica, parla di un ritorno della gioventù ai vecchi valori e chi immagina un’evoluzione romantica della “generazione beat” Il clamore è grande ma lascia del tutto indifferenti proprio i Beatles. Anzi i quattro baronetti di Liverpool sono tra quelli che guardano con maggior interesse il successo della bionda diciottenne. Come mai? In realtà tra la romantica Mary e i Beatles c’è un legame non casuale. La spiegazione richiede un salto indietro di qualche tempo. Nel mese di gennaio di quello stesso anno, il 1968, i Beatles danno vita alla Apple Records, un’etichetta discografica di loro proprietà nata, oltre che per consentire ai quattro di gestire direttamente la propria produzione musicale, anche per cercare e lanciare nuovi talenti. Più o meno nello stesso periodo Mary Hopkin, una ragazza timidissima non ancora diciottenne partecipa al programma radiofonico e televisivo “Opportunity knocks”, un concorso simile a quelli che oggi vengono chiamati “talent show”. La sua aria trasognata e la sua voce particolare vengono notate dalla modella, attrice e cantante Twiggy, che la presenta a Paul McCartney. L’aria fragile e romantica di Mary Hopkin e la sua voce esile colpiscono il Beatle che le propone un contratto. La ragazza accetta e si ritrova così scritturata per la Apple. Paul McCartney crede pensa di investire risorse per farne una sorta di icona del pop neoromantico.

La scelta del brano

Il problema non è tanto la promozione quanto la scelta del brano. L’aspettativa termina quando Paul McCartney s’imbatte in un brano che sembra nato per lei. È Those were the days, un valzer lento scritto da Gene Raskin riprendendo una vecchia canzone russa. Lo stesso McCartney si mette al lavoro per adattarne l’impostazione alle caratteristiche di Mary. L’idea di un debutto così controcorrente coinvolge anche gli altri Beatles. Accade così che tutti e quattro i componenti del gruppo più significativo della rivoluzione del beat lavorino alla produzione del disco. I risultati vanno al di là di ogni previsione. La canzone vende più di otto milioni di dischi in tutto il mondo. L’exploit non avrà seguito. Nonostante il buon successo di un paio di singoli successivi la ragazza finirà per allontanarsi dai clamori del pop. La sua voce suggestiva percorrerà strade nuove e originali come la realizzazione di un album interamente cantato in gallese nel 1979 e la formazione negli 1984 degli Oasis (nulla a che vedere con la pop band omonima!) con Peter Skellern e Julian Lloyd Webber, fratello del compositore Andrew Lloyd Webber.

 

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