Home C'era una volta Marty Napoleon, il piano del bop

Marty Napoleon, il piano del bop

SHARE

Il 2 giugno 1921 nasce a Brooklyn il pianista Marty Napoleon, nipote di Phil Napoleon e fratello di Teddy, come lui pianista

Il successo con Ventura

Marty Napoleon il cui nome vero è Martin Napoli, debutta nel 1941 con l’orchestra di Bob Astor. Negli anni immediatamente successivi suona con Chico Marx, Georgie Auld, Joe Venuti, Teddy Powell, Lee Castle e Charlie Barnet, prima di aggregarsi nel 1946 all’orchestra di Gene Krupa prendendo il posto proprio del fratello Teddy. Verso la fine degli anni Quaranta viene scritturato dallo zio Phil, ma sarà il successivo sodalizio con Charlie Ventura a portargli fortuna. Nel 1950, infatti, Marty entra a far parte sia della big band del noto sassofonista, sia dei Big Four, un piccolo gruppo comprendente Buddy Rich e Chubby Jackson (oltre a Ventura e a Napoleon), che valorizza il suo pianismo trascinante e spettacolare.

La chiamata degli All Stars

Nel 1952 viene chiamato a far parte degli All Stars di Louis Armstrong in sostituzione di Earl Hines e con questo gruppo effettua vari tour alle Hawaii e in Europa. Nel 1955 forma un suo quartetto, comprendente il fratello Teddy, basato appunto su due pianoforti. Suona quindi regolarmente al Metropole di New York sia alla testa di un proprio gruppo sia con quelli di Red Allen, Coleman Hawkins e Charlie Shavers. Nello stesso periodo suona anche con il gruppo Golden Era Of Dixieland che comprende Rex Stewart, Vic Dickenson e George Wettling. Muore il 27 aprile 2015.

 

Previous articleLe spiagge del Veneto le più gettonate
Next articleCasa green, verde e pet un binomio possibile
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".