Home C'era una volta Mark Dresser, dal rock al grande jazz

Mark Dresser, dal rock al grande jazz

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Il 26 settembre 1952 nasce a Los Angeles, in California, il contrabbassista Mark Dresser, uno dei personaggi più significativi del jazz contemporaneo

La svolta jazz

Agli inizi della sua attività Dresser studia musica con Gary Karr e con Bertram Turetzsky e nella seconda metà degli anni Sessanta si diletta a suonare il basso in vari gruppi rock. La svolta verso il jazz avviene quando inizia a frequentare il trombonista e violoncellista David Baker, con il quale studia e lavora all’università dell’Indiana tra il 1970 e il 1971. L’anno seguente incontra il batterista e scrittore Stanley Crouch, e poco dopo il trombonista Ray Andersen destinati ad avere una lunga collaborazione artistica con lui. Tra il 1973 e il 1975 suona nell’orchestra sinfonica di San Diego. Successivamente collabora con vari musicisti jazz d’avanguardia, tra cui David Murray, Leo Smith, Bobby Bradford, Arthur Blythe, James Newton e Charles Tyler.

Tra incisioni e premi

Nel 1975 partecipa anche all’esperienza dell’orchestra Ice Follies diretta da Cat Anderson. Nello stesso anno, trasferitosi a New York, suona nel quintetto di David Murray. Dal 1985 al 1994 è membro del Quartetto di Anthony Braxton. Negli anni successivi esegue e registra musiche di Ray Anderson, Jane Ira Bloom, Tim Berne, Anthony Davis, Dave Douglas, Osvaldo Golijov, Gerry Hemingway, Bob Ostertag, Joe Lovano, Roger Reynolds, Henry Threadgill, Dawn Upshaw e John Zorn. Nel 2015 viene premiato con lo Shifting Foundation Award e il Doris Duke Impact Award. Di lui il “San Diego City Times” scrive «Definire il contrabbassista Mark Dresser un virtuoso è come dire che Albert Einstein era bravo in matematica».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".