Home C'era una volta Mario Trevi, un simbolo della canzone napoletana

Mario Trevi, un simbolo della canzone napoletana

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Il 2 novembre 1941 nasce a Melito, in provincia di Napoli Agostino Capozzi destinato a lasciare un segno importante nella storia della canzone italiana e di quella napoletana in particolare con il nome di Mario Trevi.

Primo di nove figli

Figlio di Domenico Capozzi e Maddalena Ciletti e primo di nove figli, inizia a lavorare giovanissimo come muratore, cantando per intrattenere il pubblico nelle rappresentazioni dell’Opera dei Pupi. Spinto dalla passione a quattordici anni inizia a studiare canto con il maestro Attilio Staffelli. Nel 1958, a soli diciassette anni, debutta al festival di Piedigrotta cantando Nuvole d’ammore  e l’anno dopo pubblica il suo primo disco con i brani Si ce lassammo e Vieneme nzuonno. Nel 1961 arriva secondo, in coppia con Milva al Giugno della Canzone Napoletana con Mare verde e presenta al Festival di Napoli il brano Settembre cu’ mme. Nel 1962 vince il Festival di Piedigrotta con Mandulinata blu e nel 1963 è secondo con Indifferentemente al Festival di Napoli, manifestazione cui partecipa ininterrottamente fino al 1970.

Più di cinquecento canzoni

Nella sua carriera registra più di cinquecento canzoni anche se la sua gemma più preziosa resta Indifferentemente, oggi considerata un classico della canzone napoletana e interpretata nel corso degli anni da artisti come Mina, Milva Fred Bongusto, Gigi Finizio, Mario Da Vinci, Nino D’Angelo, Enzo Gragnianiello, Francesco Merola, Salvatore Capozzi e tanti altri anche fuori dall’Italia. A partire dal 1971 si dedica alle cosiddette “canzoni di malavita” e alle sceneggiate in teatro. Nel 1995 pubblica un album con le canzoni di Pino Daniele. Nel 2000 Fabio Fazio e Piero Chiambretti lo chiamano come testimonial della canzone napoletana al Festival di Sanremo. Nel mese di maggio del 2008 pubblica l’album Il capitano e il marinaio.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".