Nella cornice del suggestivo Kenya, sulla rotta di Lamu, sorge il Canyon di Marafa, un luogo intriso di leggende ed abbracci di bambini bellissimi.
Al di là delle spiagge più turistiche del Kenya
Spiagge di sabbia bianchissima, contornate da palme di cocco, pronte a con(fondersi) con fondali marini dalle inedite sfumature. E ancora, fenicotteri rosa, grigliate di aragoste e gamberi freschissimi, da addentare tra incontaminati tragitti in canoa lungo verdi cornici di mangrovie: questa l’incredibile cartolina di Malindi e Watamu, due tra le località turistiche più gettonate della costa del Kenya. I cataloghi dei tour operator ne esaltano ogni bellezza: 7 notti in un beach resort per una vacanza, tanto rigorosamente all inclusive, quanto contemporaneamente votata all’insegna delle più esotiche escursioni: dall’Isola di Robinson a quella dell’Amore, dalle Rovine di Gede fino ai più emozionanti safari all’adrenalinica ricerca fotografica dei Big Five dello Tsavo Est. Eppure, a poco più di un’ora di strada da Malindi, lungo un percorso suggestivo cadenzato da grandi radure, villaggi, boschi d’acacia, distese di piantagioni d’ananas e sguardi protettivi di baobab, c’è ancora un luogo sottostimato, e purtroppo ancora snobbato, che meriterebbe l’intero viaggio: il Canyon di Marafa.
Il Canyon di Marafa, anche conosciuto come la Cucina del Diavolo
Meglio conosciuto come la Cucina del Diavolo, a causa delle altissime temperature che si raggiungono durante il giorno, questo impareggiabile Canyon africano nasce da un’antica leggenda: un tempo – nei pressi di quello che oggi si presenta come un infuocato paesaggio lunare – viveva una famiglia proprietaria di un grande allevamento di mucche, talmente ricca e benestante da usare il latte, un bene preziosissimo in Kenya, per lavarsi e pulire i propri indumenti piuttosto che cibarsi; fu così che Dio aprì una voragine nel suolo per punire tale scempio. Al di là dell’aspetto più leggendario, la Cucina del Diavolo si presenta come un luogo secolare di roccia arenaria, molto friabile, caratterizzato da guglie di pietra rossastra, alternate da macchie di vegetazione tropicale e ‘pareti’ verticali alte fino a trenta metri. Il vero momento in cui il Canyon di Marafa diventa indimenticabile è al tramonto, quando la luce del sole sembra incendiare le rocce: sarà allora che rimarrete affascinati, distratti, e al contempo incantati, da ombre di bambini scalzi e sorridenti, pronti ad abbracciarvi lungo sfumature brillanti color ruggine e giallo ocra.