Il viaggio di Daily Green all’interno del mondo delle realtà culturali capitoline legate al mondo dei libri fa tappa stavolta in un caffè letterario sorto alcuni anni fa in uno di quei quartieri di Roma che non possono essere definiti come periferici ma che, per ragioni geografiche, non sono neppure situati nel centro storico della Capitale d’Italia.
Parliamo di quelle zone dell’Urbe densamente popolate come i quartieri Appio e Tuscolano, dove è sorta, appunto, la Mangiaparole. Siamo andati a visitarla per conoscere meglio sia gli spazi fisici della libreria e sia le attività culturali di questo delizioso e confortevole luogo parlandone con il fondatore e proprietario, Marco Limiti. Un personaggio a metà tra il cuoco e il libraio, come presto scoprirete leggendo la nostra conversazione, dal “palato fino”.
Libreria Mangiaparole, un luogo tra cultura e cucina
Marco, quando hai deciso di aprire la tua libreria e che genere di attività e manifestazioni ospita al proprio interno?
Abbiamo inaugurato la Mangiaparole esattamente l’8 marzo del 2010, aprendo il locale in questa zona in quanto, oltre a essere un quartiere popolare e popoloso, è anche una zona molto viva sotto il profilo culturale. Come si può ben vedere, quest’ambiente non è una vera e propria libreria ma uno spazio dove vengono organizzate e ospitate diverse attività, pur se tutta la sua filosofia di fondo è studiata ispirandosi al mondo dei libri. Anche un cliente occasionale si accorge immediatamente che tutto, dentro Mangiaparole, è legato alla letteratura come, ad esempio, i finti volumi che, al proprio interno, ospitano dosi di zucchero, le piccole biografie di scrittori famosi con i quali facciamo dei giochi culturali e i quiz letterari che scorrono sul video dietro al bancone. Oppure il “pesca la poesia”. Qualsiasi cliente, anche chi entra solamente per prendere un caffè o un cappuccino, dopo aver consumato la bevanda richiesta, deve, prima di uscire, pescare una poesia haiku da portare con sé.
L’idea di base è quella di avvicinare anche i non lettori al mondo del libro. Missione non facile che però cerchiamo di portare avanti con passione e perseveranza. Nel corso degli anni, poi, abbiamo sviluppato iniziative di tutti i generi che, ogni mese, sono elencate in uno specifico programma consultabile anche sul sito online di Mangiaparole. Tre su tutte. L’”Happy Talk”, ossia un aperitivo con scambio linguistico, il corso di training autogeno e, soprattutto, l’aperitivo vegano dove, una domenica al mese, è possibile gustare pietanze vegano-crudiste a buffet.
Dando un’occhiata tra gli scaffali di Mangiaparole si possono notare diversi testi che riguardano la narrativa green e la letteratura di viaggio…
All’interno della libreria si può trovare un catalogo molto ampio che va dalle ultime novità ai classici di tutti i tempi. Certamente ospitiamo anche testi “green”, libri riguardanti la difesa dell’ambiente naturale e la letteratura di viaggi. Ma una delle peculiarità del locale è che puoi tranquillamente leggere i nostri libri e poi rimetterli a posto come in una biblioteca. Ovviamente puoi comprarli e ordinarli oppure, in alternativa, venire qui anche solo per studiare in tutta tranquillità. In parallelo alla Mangiaparole, c’è l’attività della casa editrice Progetto Cultura che ha compiuto da poco i dieci anni di attività e, tramite la quale, ci siamo inventati delle iniziative originali come “Il filo della fiducia”, dove il prezzo di un libro viene scelto dal lettore in base al livello di gradimento della lettura, oppure quella dell’assicurazione sul libro, e cioè la possibilità di cambiare il testo acquistato nel caso non fosse piaciuto.
Oltre ai libri e alla cultura, l’altra tua attività è la cucina. Come nasce questa passione?
Quella per la cucina è una passione che viene da molto lontano. Dapprima per questioni di necessità personale ma, ben presto, si è tramutata in lavoro. Cerco di preparare dei piatti o delle bevande che abbiano una precisa creatività culturale tantoché sia le pietanze che le bibite e i vini hanno sempre una specifica attinenza con la letteratura. Solo per fare qualche esempio, nel menù di Mangiaparole si trovano bevande letterarie e cocktail bevuti da poeti o scrittori come, ad esempio, Jack Kerouac, Ernest Hemingway, Truman Capote ed Edgar Allan Poe; ai vari tipi di caffè che si rifanno a Woody Allen o a Willy Wonka; oppure a vini come il lambrusco Don Camillo o quelli dedicati alle opere di Cesare Pavese.
La stessa filosofia è stata proposta anche per l’aspetto culinario. Panini ed insalate portano nomi di scrittori sia perché alcuni ingredienti sono citati in opere letterarie (il panino con castagne, formaggio, senape e prosciutto crudo prende il nome da Giovanni Pascoli per un verso di una sua poesia) oppure perché l’ingrediente base è originario del paese che ha dato i natali a quello scrittore (l’insalata Kavafis preparata con feta greca, olive, lattuga, basilico e origano). Come si può ben vedere, il cliente del locale, ovunque si giri o qualunque cosa prenda da bere o mangiare, non può sottrarsi all’incontro con la cultura e con la letteratura. Appunto, sei a Mangiaparole.
Foto copertina tratta dal sito www.mangiaparole.it