Il 6 aprile 1936 nasce a Magdeburgo, in Germania, il trombettista Manfred Schoof, un musicista considerato tra i fondatori del free jazz europeo.

Il primo disco nel 1966

Schoof studia musica a Kassel e a Colonia tra il 1955 e l’inizio degli anni 1960 e tra il 1963 e il 1965 suona con Gunter Hampel prima di iniziare a dirigere gruppi in proprio incidendo il suo primo disco nel 1966 con un quintetto comprendente Gerd Dudek, Alexander von Schlippenbach e Bushi Niebergall. Gli stessi musicisti sono poi al suo fianco nell’orchestra Globe Unity, della quale fa parte fin dalla fondazione avvenuta nel dicembre dello stesso anno. Nel 1967 partecipa all’interessante esperimento discografico Jazz Meets India, fusione tra il linguaggio dell’avanguardia jazzistica e le forme e gli strumenti indiani. Oltre a esibirsi con propri gruppi e con la Globe Unity nel 1969 e nel 1971 suona con Albert Mangelsdorff. La sua tromba si cimenta poi in esecuzioni con George Russell, Mal Valdron e con la Kenny Clarke-Francy Boland Orchestra con la quale incide anche con Stan Getz.

Con il New Jazz Trio

Tra il 1970 e il 1971 Schoof fa parte del New Jazz Trio, col quale sviluppa la propria idea di avanguardia jazzistica già espressa in incisioni precedenti. Nel 1976 iniziato a incidere con un quintetto che ha un altro punto di forza nel clarinettista Michel Pilz, realizzando una musica più classica e fortemente influenzata da Miles Davis ma anche da trombettisti-compositori come Bill Dixon, Kenny Wheeler, Ian Carr. Schoof, che concilia in un linguaggio molto originale un profondo lirismo con una notevole libertà armonica e timbrica, è anche eccellente compositore e arrangiatore, particolarmente apprezzabile nei suoi lavori per orchestra.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".