Home C'era una volta Maffy Falay, il trombettista vagabondo

Maffy Falay, il trombettista vagabondo

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Il 30 agosto 1930 nasce a Izmir, in Turchia, il trombettista Maffy Falay. Il suo vero nome è Ahmed Muvaffak Falay.

L’esperienza in RDT

Dopo aver studiato musica nella sua città natale si trasferisce ad Ankara per frequentare il locale conservatorio. Le sue prime apparizioni nel campo del jazz risalgono ai primi anni Cinquanta, nei circoli privati turchi. Nel 1956 si trasferisce nella Repubblica Democratica Tedesca dove rimane per qualche anno. Nel 1960 si sposta nella Repubblica Federale Tedesca ed entra a far parte dell’orchestra radiofonica di Kurt Edelhagen a Colonia. Successivamente gira l’Europa come componente della Kenny Clarke/Francy Boland Big Band e suonato in sei degli album della band.

I complimenti di Gillespie

Nel 1965 decide di trasferirsi in Svezia dove viene ingaggiato dall’orchestra jazz radiofonica. Nel 1970, ha inizia a suonare nella Dizzy Gillespie Reunion Orchestra. Si dice che Gillespie lo abbia descritto come “bravo quanto Roy Eldridge o Miles Davis”. Instancabile vagabondo nella sua lunga carriera presta la sua tromba alle orchestre guidate da Benny Bailey, Åke Persson, Phil Woods, Sixten Eriksson e Quincy Jones. Suonato anche con Dexter Gordon, Stan Getz ed Elvin Jones. Nel 1961 appare nel film “Pojken i tradet”, conosciuto nel mondo con il titolo “The Boy in the tree” di Arne Sucksdorff con l’orchestra di Quincy Jones che ne cura la colonna sonora. Muore il 22 febbraio 2022.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".