Home C'era una volta L’ultimo Maggiolino tedesco

L’ultimo Maggiolino tedesco

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Il 19 gennaio 1978 la catena dello stabilimento Volkswagen di Emden sforna l’ultima vettura costruita in Germania del Maggiolino nella sua versione storica.

Un simbolo della ricostruzione

Il modello è da tempo entrato nella leggenda per la sua forma, la sua affidabilità, la sua resistenza al tempo e alle strade del dopoguerra. Conosciuta e apprezzata in tutto il mondo questa auto dalle forme morbide e intriganti, per la Germania è stata un po’ il simbolo della ricostruzione post-bellica e della capacità di ricominciare da zero. In ogni angolo del mondo è conosciuta con un soprannome.

Un modello, tanto nomi

I tedeschi, insieme agli austriaci e agli svizzeri, la chiamano Käfer (cimice), negli Stati Uniti e in Gran Bretagna viene chiamata “Beetle” (scarafaggio). Anche gli spagnoli l’hanno ribattezzata “Escarabajo” (scarafaggio), mentre per gli olandesi e i belgi di idioma fiammingo si chiama “Kever”.

In Francia e in tutte le aree d’influenza francese è conosciuta come “Coccinelle”. Nella Jugoslavia unita del dopoguerra è stata ribattezzata “Buba” e in Portogallo è diventata “Carosca” nonostante i cugini d’idioma brasiliani avessero scelto il nome di “Fusca”. Gli svedesi, infine, hanno trovato più adatto il nomignolo “Bubbla”. Qui da noi, in Italia, è arrivata nel 1951, l’anno in cui per la prima volta vengono venduti trentuno esemplari di quella che in breve tempo tutti impareranno a conoscere come Maggiolino.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".