Il 5 marzo 1955 Charlie Parker è di scena al Birdland. È la sua seconda serata consecutiva in quel locale.
Un ritorno imprevisto
Il ritorno è improvviso e per molti versi inaspettato dopo un lungo ricovero volontario presso il Bellevue Hospital di New York che sembrava averlo definitivamente allontanato dalle scene. Dopo il tentativo di suicidio dell’agosto del 1954 aveva infatti alternato sempre più rari periodi di attività ad altri di depressione con ricoveri in clinica.
Sembra un nuovo inizio
Nell’esibizione al Birdland è accompagnato da un gruppo d’eccezione composto da Kenny Dorham, Mel Powell, Charlie Mingus e Art Blakey. Sembra un nuovo inizio della sua vita e della sua carriera ma non è così. Una settimana dopo il concerto, il 12 marzo muore a New York per un infarto cui il suo fisico indebolito affetto da cirrosi epatica e polmonite non può resistere. Ha trentacinque anni. Il mondo del jazz e gli amici gli daranno l’ultimo saluto ad Harlem, prima della sepoltura nella natia Kansas City. Charlie Parker lascia oltre ottanta album, testimonianza di una genialità che ha apportato fondamentali innovazioni alla musica jazz.