È il 24 aprile 1993 e davanti al microfono di un piccolo studio radiofonico Bruno Iori informa gli ascoltatori che quello è l’ultimo giorno di trasmissioni di Radiofreccia, l’emittente da lui fondata con il nome di Radio Raptus nel 1975 con l’aiuto di Tito, Iena, Boris e Ivan Benassi detto Freccia, il leader vero del gruppo. Proprio nel giorno in cui cessano per sempre le trasmissioni Bruno, solo nello studio dell’emittente che è stata la sua passione per quasi diciotto anni, vuole raccontare agli ascoltatori la vera storia della radio e la ragione per la quale ha cambiato nome da Radio Raptus a Radiofreccia. Torna indietro con la memoria alla metà degli anni Settanta quando bastava un trasmettitore da 5 watt per aprire una radio libera e ripercorre con la memoria il momento in cui, per la prima volta, cinque ragazzi di una cittadina della bassa padana si ritrovano nel bar di Adolfo e iniziano ad accarezzare l’idea di una radio libera da cui poter trasmettere tutto ciò che piace a loro…
Non è una storia vera
Non è una storia vera ma la trama del film “Radiofreccia”, ispirato alle storie e ai personaggi di “Fuori e dentro il borgo”, un libro scritto da Luciano Ligabue. Pubblicato nel 1997 arriva nelle librerie italiane in un periodo in cui il cantante consolida il successo commerciale dell’album Buon compleanno Elvis, con il doppio live Su e giù da un palco. È una raccolta di quarantatre racconti scritti con stili e dinamiche molto diverse tra loro. Il filo conduttore è il “borgo”, cioè la cittadina di Correggio, una sorta di luogo dell’anima da cui attingere forza e ispirazione. Lo stesso Ligabue così lo descrive nella presentazione del libro: «Perché questo è il borgo: racconto e memoria, memoria e racconto, e per questo il cantante sa cosa lo aspetta quando vi torna. Se stesso, lo aspetta. Se stesso, e le strade, la gente, perfino le cose, che lo guardano e lo interrogano non meno delle persone, e i “42 sassi” che gli appartengono di diritto, secondo il rigoroso calcolo fatto da Mandrake e Valvoline in un lungo, noioso pomeriggio invernale».
Una pioggia di premi
Gli esterni vengono girati tra Correggio, Gualtieri, Guastalla, Carpi, Torre d’Oglio e altre località della bassa padana. Il 13 settembre “Radiofreccia” viene proiettato in pubblico per la prima volta in una sede importante come il festival del Cinema di Venezia, dove, presentato fuori concorso riscuote consensi di pubblico e di critica. Il successo dell’anteprima è confermato anche dalla programmazione nelle sale con un milione circa di spettatori paganti e un incasso complessivo superiore ai dieci miliardi di lire. Non mancano neppure premi e riconoscimenti. Tra i premi più prestigiosi vinti dal film ci sono tre David di Donatello 1999 (a Gaetano Carito per il miglior fonico di presa diretta, a Luciano Ligabue per il miglior regista esordiente e a Stefano Accorsi per il miglior attore protagonista), due Nastri d’argento 1999 (entrambi a Luciano Ligabue per il miglior regista esordiente e per la miglior canzone), Premio Flaiano 1999 alla regia, tre Ciak d’oro 1999 (per la miglior opera prima, per il miglior attore protagonista e per il miglior film in videocassetta) e tre Globi d’Oro (miglior film, miglior regia e miglior musica).