Home C'era una volta Luis Russell, il pianista jazz che fece un concerto di musica classica

Luis Russell, il pianista jazz che fece un concerto di musica classica

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L’11 dicembre 1963 muore a New York il pianista Luis Russell, uno dei protagonisti dell’epoca d’oro del jazz.

Una vincita alla lotteria cambia la vita

Luis Carl Russel, questo è il suo vero nome, nasce a Careening Clay, vicino a Bocas Del Toro, in Panama, il 6 agosto 1902. Nel 1917 ottiene il suo primo lavoro in ambito musicale come accompagnatore di film muti. Nel 1919 vince tremila dollari alla lotteria e, con sua madre, si trasferisce a New Orleans dove studia musica e suona in alcuni dei più noti locali. Nel 1923, quando Albert Nicholas, il leader dell’orchestra nella quale sta suonando in quel periodo al cabaret di Tom Anderson, decide di andarsene, Russell ne assume la direzione. Nel 1924 emigra a Chicago. Dopo aver suonato con Doc Cooke si unisce a King Oliver al Plantation Club. Nel 1927, a New York entra nell’orchestra del Nest Club e dopo pochi mesi ne diventa il leader. Ancora oggi quella formazione è ricordata come una delle orchestre jazz più originali degli anni Venti.

Una band dal mordente eccezionale

Fortemente caratterizzata dalla presenza di tanti musicisti di New Orleans come il trombettista Red Allen, il clarinettista Albert Nicholas, il contrabbassista “Pops” Foster e il batterista Paul Barbarin, potendo inoltre contare su altri due solisti eccezionali nelle persone del sassofonista alto Charlie Holmes e del trombonista J. C. Higginbotham, la band di Russell ha un mordente eccezionale e una particolarissima coloritura come appare evidente dai suoi dischi. Dopo aver suonato alle dipendenze di Armstrong per alcuni mesi nel 1929, l’orchestra riprende a muoversi autonomamente. Nel 1935 viene di nuovo scritturata in blocco da Armstrong. Gran parte degli uomini chiave nel 1940 decidono di lasciare la formazione. Russell però non li segue e resta con Armstrong fino al 1943. Successivamente forma un’altra band con cui suonò parecchio al Savoy di Harlem e con cui ottiene anche lunghi ingaggi ad Atlantic City. Nel 1948 lascia la musica a tempo pieno per aprire un negozio. Nel 1959 torna dopo tanti anni a Panama dove si esibisce in un concerto come pianista di musica classica. Negli ultimi anni, prima di morire per un tumore, accetta un impiego come autista senza però mai smettere di suonare e di insegnare pianoforte.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".