Home C'era una volta Lucky Thompson, un sax eccezionale

Lucky Thompson, un sax eccezionale

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Il 16 giugno 1924 nasce a Detroit, nel Michigan, il sassofonista Eli Thompson, detto Lucky, tra i personaggi più significativi della storia del jazz.

Uno strumentista richiesto e apprezzato

Il futuro Lucky inizia gli studi musicali in tenera età proseguendo poi sotto la guida del padre di Bobby Byrne e con un musicista classico della città natale, Francis Hellstein. In seguito studia armonia e teoria con John Phelps mentre già svolge attività professionale. Inizia infatti a esibirsi a sedici anni in varie formazioni della sua zona. Nel 1941 è nell’orchestra di Kelly Martin e dal 1942 al 1943 ha modo di partecipare a una lunga tournée con i Bama State Collegians, diretti da Claude Trenier. Nel 1943 decide di trasferirsi a New York dove viene scritturato da Lionel Hampton e, in seguito, da Ray Parker e da Big Sid Catlett con il quartetto del quale si esibisce al Cobra Club. Ormai il suo nome è già notissimo nell’ambiente professionistico ed Hot Lips Page lo chiama per quelle che sono le prime registrazioni discografiche della sua carriera. Suona anche con Don Redman e, nell’estate del 1944 viene ingaggiato da Billy Eckstine per far parte della celebre orchestra nella quale figuravano jazzmen del valore di Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Howard McGhee, Leo Parker, Art Blakey, Sarah Vaughan. Sciolta l’orchestra di Eckstine, Thompson passa in quella di Lucky Millinder e poi nelle formazioni di Slam Stewart, Erroll Garner e, infine, nella grande orchestra di Count Basie con il quale rimane fino all’ottobre 1945, quando viene sostituito da Illinois Jacquet.

Uno stile unico

Nel periodo in cui suona con Basie, Lucky ha modo di mettersi ampiamente in luce, sia nella sezione, sia come solista e, oltre a partecipare a un numero incalcolabile di esibizioni, incide svariate volte insieme a sassofonisti come Buddy Tate, Jimmy Powell, Earl Warren, Rudy Rutherford, che normalmente completano la sezione. Sul finire del 1945 Thompson decide di trasferirsi in California dove suona molto al Billy Berg’s nella piccola formazione di Dizzy Gillespie, con Charlie Parker, Milt Jackson, Al Haig, Ray Brown e Stan Levey. Alla fine del 1947 rientra a New York dove lavora come free-lance suonando con tutti i migliori musicisti del momento, da Miles Davis a Dizzy Gillespie, da “Fats” Navarro a Charlie Parker, da Erroll Garner a oscar Pettiford, da Bud Powell a Dodo Marmarosa. Poco dopo forma una band sotto suo nome, con il quale si esibisce al Savoy Ballroom, ma la formazione ha vita breve e, dopo un paio di anni, Lucky è costretto a scioglierla. Stilisticamente Thompson sente l’influenza dei grandi tenorsassofonisti dell’epoca swing, ma il suo modo di suonare è del tutto originale e ha un feeling eccezionale che lo rende uno dei più interessanti tenori di ogni tempo, specie nella interpretazione delle ballads. Interessantissimo Thompson anche al soprano, strumento che ha iniziato a suonare almeno due anni prima dell’avvento di John Coltrane. Con questo strumento Lucky ha creato uno stile del tutto nuovo che ha finito per influenzare molti dei sassofoni soprano che gli sono succeduti. Muore a Seattle il 30 luglio 2005.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".