Home C'era una volta Louis Jordan, l’inventore del rhythm and blues

Louis Jordan, l’inventore del rhythm and blues

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Il 28 gennaio 1975 muore il sassofonista e cantante Louis Jordan, artefice di un rinnovamento geniale nel jazz della sua epoca. È considerato l’inventore del rhythm and blues.

Le lezioni del padre

Nato a Brinkley, in Arkansas, l’8 luglio 1908 viene avviato alla musica dal padre musicista a soli sette anni studia il clarinetto. Successivamente passa al sax alto che diventa il suo strumento. Inizia a suonare professionalmente con l’orchestra di Ruby Williams allo Hot Springs di Arkansas nel 1930 quindi milita in diverse formazioni locali finché decide di stabilirsi a Philadelphia dove suona, per un certo periodo, con Charlie Gaines e Jim Winter. Nel 1934 si sposta a New York dove suona ancora con Charlie Gaines. Dopo una breve permanenza a Philadelphia torna ancora a New York e suona nell’orchestra di Kaiser Marshall e quindi, dall’estate del 1935, nella formazione di LeRoy Smith. Dal 1936 al 1938 fa parte della formazione diretta da Chick Webb e nell’agosto del 1938 dà vita, al primo nucleo dei Tympany Fivecon i quali nei primi anni Quaranta registra vari dischi tra cui Choo choo boogie che vende milioni di copie.

I Tympany Five

Sempre negli anni Quaranta registra occasionalmente con Louis Armstrong, Bing Crosby ed Ella Fitzgerald, ma il suo nome è legato soprattutto ai Tympany Five. Con loro infatti Louis Jordan nei primi anni Quaranta dà vita a quel genere che in seguito si sarebbe chiamato rhythm and blues. Il quintetto suona un jazz semplice, ma estremamente dinamico, caratterizzato dalla voce piuttosto nasale del sassofono di Jordan. Proprio in questo gruppo Wild Bill Davis sperimenta l’uso nel jazz dell’organo elettrico. Jordan continua a dirigere il proprio piccolo gruppo fino al 1951 quando è costretto a ritirarsi a causa di disturbi cardiaci. Torna a suonare negli ultimi anni Cinquanta e nei primi anni del decennio successivo si stabilisce a Los Angeles dove muore il 28 gennaio 1975 per una nuova e questa volta fatale crisi cardiaca.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".