L’Associazione Culturale Teatro Pratiko in collaborazione con il Centro Culturale Trevi – la piazza della cultura presenta la prima parte del progetto Munari/In movimento, a cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles. Inaugurazione 7 febbraio 2020 ore 18.00 e fino al 29 febbraio 2020 (dal lunedì pomeriggio al sabato mattina) al Centro Trevi/la piazza della cultura – via dei Cappuccini 28 – Bolzano. Il progetto si avvale del contributo della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige – Ripartizione Cultura Italiana. Grazie alla courtesy della curatrice Miroslava Hajek, l’esposizione di febbraio propone alcuni lavori storici di Bruno Munari: le macchine a struttura flessibile ed il cinema sperimentale.
L’indimenticabile Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 29 settembre 1998) è stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, portando significativi contributi in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) realizzando una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce, dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. Considerato uno dei protagonisti dell’arte programmata e cinetica, sfugge ad ogni catalogazione per la molteplicità delle sue realizzazioni e ricerche. Ha dominato, tra l’altro, la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta (gli anni del boom economico italiano) proprio nei quali nasceva la figura dell’artista operatore-visivo, ricercato consulente aziendale della rinascente industria italiana del dopoguerra.
Saranno presenti in mostra negli ambienti del Centro Trevi – i Flexy, storici oggetti flessibili a funzione estetica, nati negli anni ’60 come opera d’arte interagibile che cambia la forma senza cambiare le misure. Verranno proposti esemplari plastici di grandi dimensioni, di forma dinamica, manipolabile, prive di un alto o un basso, un davanti o un dietro, una destra o una sinistra. Nel suo Codice Ovvio infatti lo stesso Munari sostiene: “Flexy è silenziosa / Flexy sta al gioco”.
Un’altra serie di opere in mostra è Concavo/Convesso, costruita a partire da un prodotto industriale come una semplice rete metallica a maglia fine, trasparenza sfruttata attraverso l’uso di illuminazioni puntiformi, orientate sull’oggetto, allo scopo di costruire sulle pareti dell’ambiente circostante delle ombre, dei riverberi, dei disegni astratti sempre mutevoli come piccoli cortometraggi.
Questo inedito ed eccezionale corpo artistico è stato raccolto e reso fruibile, grazie all’autorialità della stessa Miroslava Hajek, mediante un processo di digitalizzazione. Le opere sono state raccolte, studiate e conservate dalla Hajek, storica dell’arte, curatrice e gallerista di fama internazionale (su proposta dello stesso Munari) compiendo un’analisi critica del suo lavoro artistico e realizzando una collezione ragionata delle sue opere, strutturata in modo cronologico ed in grado di descriverne l’intero percorso creativo.
A partire dalla prima fase espositiva di febbraio, il Centro Trevi/piazza della cultura è perno di un processo laboratoriale e di una rete di collaborazioni sul territorio. Verranno attivati vari partner, attraverso laboratori e performance, in un transito di comunicazione tra i vari linguaggi espressivi, in un work in progress di azioni e proiezioni che si estenderanno alla città in spazi chiusi e aperti, in un luogo “altro” da sé, dove corpo, gestualità, musica e proiezioni multimediali possano dialogare tra loro e creare differenti livelli esperienziali di percezione sensoriale e visiva.
A cura di Gruppo immagine – associazione per la ricerca sullo sviluppo del pensiero divergente in età evolutiva, inaugurata da Bruno Munari nel 1986 – i laboratori per lo sviluppo del pensiero divergente saranno rivolti alle scuole, educatori, insegnanti. Verranno attivate collaborazioni con associazioni, enti e istituzioni e saranno organizzate presentazioni in università, gallerie e musei coinvolgendo il tessuto locale in un lavoro di mediazione e di rete.
Durante il mese di luglio 2020 poi verrà presentata anche la seconda fase del progetto, con uno specifico gruppo di lavori, le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, realizzate negli anni cinquanta del secolo scorso, con i quali l’artista porta a compimento la sua ricerca, volta a conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale dell’opera. Le Proiezioni si inseriscono in un filone di pensiero che ha due importanti obiettivi: smaterializzare la pittura, creando ambienti di luce, ed offrire allo spettatore una molteplicità di immagini non più statiche. Le Proiezioni Dirette, create a partire dal 1950 e realizzate con diversi materiali inseriti in piccoli telai per diapositive, sono in diretta relazione con i lavori realizzati alla scuola del Bauhaus.
In Munari l’installazione è pensata in modo da avere un giusto equilibrio tra la progettazione (di architettura, luce, morfologia del mobile) e le rifrazioni casuali delle ombre. Concavo-convesso è nello stesso momento programmazione e casualità.
Scrive Miroslava Hajek per la rivista Mousse n.12:
- “Immerso nel buio, illuminato solo da alcuni faretti di luce rossa, concavo-convesso trasporta il visitatore in un ambiente estetico ad architettura mobile. Infatti non bisogna dimenticare che l’opera concavo-convesso non è pensabile o fruibile slegata dall’ambientazione che costringe lo spettatore a vivere un’esperienza sensoriale, emotiva completa. L’oggetto vibra di effetti ottici ma la sua ombra, riempiendo lo spazio circostante e creando effetti paralleli, diventa forse più importante e innesca nello spettatore una reazione emotiva che l’oggetto da solo non riesce a trasmettere.”
– “Non sono fotografie a colori, sono proiezioni dirette di materie” precisa l’autore. Le Proiezioni Dirette singole o plurime sono solo il primo passo di una ricerca che lo porta, dapprima, alle Proiezioni a fuoco continuo, dove il materiale emerge dal vetrino, permettendo la creazione di immagini differenti a seconda della diversa messa a fuoco e, infine, alle Proiezioni a luce polarizzata, che rappresentano una novità assoluta nel campo delle ricerche cromo-cinetiche. L’effetto della pellicola Polaroid diventa visibile ponendo del materiale incolore tra un sandwich di filtri; in particolare con il movimento rotatorio di quello più vicino all’osservatore, si crea un movimento virtuale della composizione dell’artista. Munari progetta sia delle proiezioni con la rotazione del filtro polarizzante davanti alla lente del proiettore, sia dei lightbox con e senza motore, denominati dall’artista Polariscop.
Centro Culturale Trevi, via Cappuccini 28 – Bolzano – Tel. +39 0471 300980
www.bolzano.net/it/centro-culturale-trevi.html – www.melaseccapressoffice.it