La 2a edizione della ricerca condotta da LifeGate e dall’istituto Eumetra Monterosa, fotografa la crescita di conoscenza e consapevolezza degli italiani sui temi della sostenibilità. In un anno, gli “appassionati” e gli “interessati” alla sostenibilità sono cresciuti dal 43 al 62%.
LifeGate: “effetto EXPO” sui risultati del 2° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile
Cos’è cambiato per gli italiani tra il prima e il dopo EXPO, nell’approccio sostenibile alla vita? Una risposta dettagliata è emersa dalla presentazione dell’Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile, l’indagine qualitativa condotta congiuntamente da LifeGate, punto di riferimento per la sostenibilità in Italia e dall’istituto di ricerca sociale, economica e di opinione Eumetra Monterosa, in collaborazione con i main sponsor Coop Lombardia, Ricola e Unipol Gruppo.
Giunto alla seconda edizione, l’Osservatorio LifeGate‐Eumetra Monterosa monitora a cadenza annuale le percezioni degli italiani rispetto ai principali aspetti della sostenibilità attraverso interviste telefoniche a un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione nazionale maggiorenne. In particolare, l’indagine scandaglia le declinazioni del concetto di sostenibilità in termini di livello di conoscenza, atteggiamenti, comportamenti di consumo e di acquisto.
Introdotta dal CEO di LifeGate Enea Roveda e illustrata dal sociologo Renato Mannheimer, la presentazione del 2o Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile ha immediatamente messo a fuoco gli scostamenti rispetto all’edizione 2015, realizzata all’inizio del semestre di EXPO. Infatti, se prima dell’Esposizione Universale emergeva un approccio tendenzialmente positivo degli italiani ai temi della sostenibilità nonostante la crisi, rilevando atteggiamenti di consumo e di acquisto consapevoli da parte di una quota consistente della popolazione (23%), in questa edizione il trend appare ancora più evidente e robusto.
Non solo la percentuale di italiani convinti che della sostenibilità non si possa fare a meno anche in tempo di crisi è salita dal 27 al 37%, così come è passata dal 17 al 22% la quota di coloro che ritengono sia una tendenza da cavalcare, ma soprattutto è cresciuto il livello di dimestichezza e di comprensione dei “vocaboli” della sostenibilità.
Lifegate e Istituto Eumetra Monterosa studiano l’effetto Expo
Da quest’ultimo punto di vista, non è improprio parlare di un “effetto EXPO”. La massa di informazioni veicolata attraverso l’Esposizione Universale, infatti, si rispecchia nell’aumento di 5 punti percentuali della familiarità con concetti quali sviluppo sostenibile, sostenibilità ambientale, energia sostenibile, sostenibilità sociale, sostenibilità economica, mobilità sostenibile, città sostenibile, turismo sostenibile, alimentazione sostenibile e casa sostenibile.
L’energia rinnovabile è il concetto più popolare, con il 40% del campione che ne ha sentito parlare e saprebbe descriverne il significato (+8% rispetto alla prima edizione dell’Osservatorio.
“Siamo di fronte ad un cambiamento significativo e sempre più rilevante della nostra cultura sociale. Esaurite le “vecchie” ideologie, L’attenzione alla sostenibilità sta diventando sempre più uno dei valori portanti del pensiero collettivo e dei comportamenti che ne seguono.” ‐ ha sottolineatoRenato Mannheimer. ”
Dal quadro generale tratteggiato dall’Osservatorio emerge che circa 2/3 degli italiani collocano il tema della sostenibilità davanti alla crisi economica. Alla domanda «In un momento di crisi economica, le persone hanno cose più urgenti di cui occuparsi della sostenibilità», infatti, il 27% risponde di non essere per nulla d’accordo: ben 18 punti percentualiin più rispetto al dato dell’anno scorso. Gli “appassionati”e “interessati” ai temi della sostenibilità, sono saliti al 62% contro il 43% rilevato nella prima edizione.“La sostenibilità è diventato un tema sentito e centrale, i risultati dell’Osservatorio sono un’importante tappa di un percorso di cambiamento già in atto che non si fermerà”, ha puntualizzato Enea Roveda, CEO di LifeGate. “Unendo il 29% di appassionati e il 33% di interessati, infatti, si raggiunge una quota maggioritaria della popolazione adulta del Paese.”
Il secondo Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile fotografa ulteriori aspetti che confermano la crescita di una diffusa consapevolezza ambientale coerentemente tradotta nell’adozione di pratiche “virtuose”. L’86% degli intervistati, infatti, dichiara di fare sempre la raccolta differenziata (+18 p.p. vs. 2015) e il 36% evita di utilizzare l’auto ogni qual volta sia possibile (+24 p.p.). Inoltre, è cresciuta di 21 punti la quota di italiani che dichiara di consumare alimenti a Km zero, che si attesta al 33%.
Di tutto rilievo è anche l’incremento in doppia cifra nell’indice di disponibilità all’acquisto di beni sostenibili. Il 61% del campione, infatti, acquisterebbe elettrodomestici a basso consumo anche a fronte di un prezzo superiore, il 61% lampadine a LED per illuminare casa e il 26% è disposto a spendere di più per comprare energia da fonti rinnovabili.
Non passa inosservato l’effetto EXPO sul cibo, riflesso nella preferenza accordata dal 52%degli intervistati all’acquisto di prodotti a “Km 0” e nel 47% che privilegia i prodotti da agricoltura biologica. A parità di sostenibilità, inoltre, l’80% degli intervistati dichiara di preferire l’acquisto di prodotti Made in Italy.
Gli aspetti più importanti nelle scelte sostenibili? Secondo le rilevazioni LifeGate ed Eumetra Monterosa al primo posto tra le motivazioni figura il senso di responsabilità per le generazioni future (85% delle indicazioni), seguita dalla ricerca del benessere e dall’amore per l’ambiente(81%).