L’attenzione di dailygreen alle realtà indipendenti presenti nella Capitale porta a fare tappa alla Libreria Cultora nel quartiere Appio-Latino. Già presenti all’inaugurazione di questo spazio culturale, siamo andati a intervistare uno dei fondatori, il giornalista del quotidiano Libero Daniele Dell’Orco per approfondire il discorso sia sulle particolarità della libreria e sia sulle attività della casa editrice l’Idrovolante.
Libreria Cultora e l’Idrovolante, i progetti di Daniele Dell’Orco
Daniele, benvenuto sulle pagine elettroniche di dailygreen. Prima di tutto volevo chiederti di presentarti brevemente al nostro pubblico.
Sono uno di quei tanti sognatori che ha deciso di provare a seguire la strada del cuore e cercare di crearsi una dimensione in un settore lavorativo che non vive uno dei suoi momenti migliori. Sebbene possa sembrare una scelta semplice e automatica, si tratta in realtà di qualcosa di sofferto. Come molti giovani prima di me, avevo dapprima deciso di mettere da parte le mie inclinazioni per cercare un percorso di studi e di vita più pragmatico in grado di offrire una prospettiva occupazionale più sicura: scelsi, infatti, di studiare economia.
L’essere antropologicamente e culturalmente troppo distante da quel tipo di mondo mi convinse a cambiare strada, così mi gettai, con un po’ di incoscienza, nel mondo della cultura umanistica. Tutto questo ha contribuito fortemente a formare anche il mio modo di essere dacché è palese che quello che siamo dipenda molto dalle scelte che decidiamo di intraprendere.
Quali sono i tuoi punti di riferimento a livello culturale?
Ce ne sono diversi e di diversa estrazione, come ritengo sia giusto. Dai padri della rivoluzione conservatrice tedesca, passando per il socialismo di Zygmunt Bauman fino a una certa ammirazione per la cultura giapponese, impersonata in particolar modo da Yukio Mishima. Non nego, però, che la formazione cristiano-cattolica abbia influito molto sulla mia tendenza a considerare l’umanesimo come un riferimento base per il concepimento di qualsiasi ideale, compreso quello culturale.
Entriamo nel vivo del discorso. Pochi mesi e la Libreria Cultora si sta già affermando come uno spazio importante per la vita culturale della Capitale. È così?
Per la vita culturale di un certo tipo di ambiente, soprattutto. Attorno alla Libreria Cultora si riuniscono le voci di quella che può essere considerata l’ “economia reale” del settore editoriale, ossia gli editori indipendenti. In un’epoca in cui gli spazi per il pluralismo si riducono sempre di più, diventa fondamentale tenere in vita quei pochi che restano a disposizione.
Avere la possibilità di offrire un punto di riferimento e di espressione per le voci indipendenti dell’editoria italiana è ciò che ci caratterizza e che, quindi, ci rende in qualche modo ancor più preziosi.
La stessa rivista web Cultora si sta rivelando un potente aggregatore di opinioni…
Sì, diciamo che Libreria e sito web si completano a vicenda. Attorno al portale cerchiamo, già da un anno e mezzo, di riunire le voci “fuori dal coro” di cui parlavo, cercando allo stesso tempo di porre l’attenzione sulle notizie di cultura e offrendo, comunque, un punto di vista diverso. La Libreria, oltre ad essere il primo bookshop fisico espressione diretta di un sito web culturale, è appunto una manifestazione diretta di questa visione del settore editoriale.
Vuoi parlarci della tua casa editrice, l’Idrovolante? Prima di tutto volevo domandarti come nasce la scelta di questo nome e, poi, quali tipo di pubblicazioni ospita e quale la sua linea editoriale.
La natura stessa dell’Idrovolante, un velivolo in grado di solcare il cielo e il mare indistintamente, rende perfettamente l’idea dello spirito avventuriero del progetto.
Non solo per via della riduzione degli spazi di cui parlavamo, e che quindi rende molto difficile a nuove realtà editoriali di crescere e prosperare, ma anche per via degli argomenti trattati all’interno del catalogo. Riscoperte di testi ormai dimenticati ma che, non per questo, sono privi di valore, tutt’altro. I primi due saggi pubblicati sono stati Democrazia Futurista di Filippo Tommaso Marinetti e Sindacalismo e Repubblica di Filippo Corridoni e c’è stata una precisa intenzione di fondo: ridare voce a degli avventurieri del passato, portatori nelle loro epoche di visioni assolutamente all’avanguardia rispetto ai tempi; così tanto pionieri dall’essere ancora incredibilmente attuali. Il terzo, invece, è stato un saggio contemporaneo scritto da Gianfranco de Turris, dal titolo Come sopravvivere alla modernità, un pamphlet provocatorio che mette in guardia dai lati più oscuri di quello che definiamo, spesso con troppa leggerezza, “progresso”. A questi testi affianchiamo opere di narrativa contemporanea dall’indiscusso valore.
Progetti futuri per quanto riguarda la Libreria e la casa editrice?
Diciamo che, essendo sia il progetto della Libreria che quello dell’Idrovolante ancora in fase embrionale, il primo progetto futuro è quello di sviluppare queste due realtà il più possibile. Con l’Idrovolante abbiamo già in programma una quindicina di pubblicazioni tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, mentre il format della Libreria dovrebbe consolidarsi al punto tale da spingerci a esportarlo in altre realtà italiane.