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L’Europa contro Google

Sono sei i Paesi europei ad aver puntato il dito contro Google, nel timore che le politiche di trattamento dati di Mountain View violino la privacy degli utenti.

I Garanti di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna hanno avviato sei indagini formalmente separate ma tra loro coordinate «per verificare il rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali e, in particolare, la conformità dei trattamenti effettuati dalla società di Mountain View ai principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei dati trattati nonché agli obblighi riguardanti l’informativa agli utenti e l’acquisizione del loro consenso».

La condivisione dei dati alla base delle preoccupazioni

L’iniziativa prende le mosse dal cambio di policy deciso poco più di un anno fa da Google e che sin dall’inizio aveva sollevato le perplessità dell’Unione Europea.

La condivisione dei dati tra i diversi servizi era ed è ancora la preoccupazione dei vari Garanti, i quali temono che in questo modo Google abbia modo di compilare un profilo troppo preciso di ciascun utente.

Già lo scorso ottobre i Garanti europei avevano chiesto a Google di intervenire sulle policy, adeguandole alle leggi europee entro quattro mesi, nonostante a Mountain View fossero convinti (e lo sono tuttora) di essere già in regola.

Chiesto intervento nelle policy, ma ad oggi ancora nulla di fatto

Lo scorso 19 marzo i Garanti e Google si sono incontrati, ma «la società, nonostante avesse manifestato la propria disponibilità, non ha ancora adottato alcuna concreta iniziativa nel senso auspicato» come fa sapere l’Autorità italiana.

Così ora sei Autorità hanno avviato le proprie indagini e, se troveranno violazioni alle normative europee, potranno infliggere a Google multe salate.

«La nostra normativa sulla privacy – replica Google – rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro».

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