Il 21 marzo 1991 muore in California a ottantaquattro anni Leo Fender. Senza di lui probabilmente la storia del rock sarebbe stata diversa.
Un’idea bizzarra
Pioniere delle ricerche sull’elettronica applicata alla musica, divide con Les Paul il merito di avere sviluppato la chitarra elettrica come uno strumento autonomo e non come una semplice amplificazione della chitarra acustica. Le sue prime ricerche, iniziate negli anni Quaranta, su modelli “a cassa piena” vengono accolte con perplessità e sembrano del tutto prive di applicazione pratica. Il suo ragionamento è semplice: «Perché utilizzare un microfono per amplificare un suono già amplificato dalla cassa della chitarra? Non è più semplice considerare la chitarra elettrica uno strumento del tutto diverso da quella acustica e utilizzare l’amplificazione artificiale già dal momento in cui il suono si produce?». L’idea viene vista come una sorta di bizzarrìa in un periodo in cui la musica pop è quasi totalmente abbarbicata alla tradizione degli “standard”. Non trovando sufficiente interesse da parte delle industrie produttrici di strumenti musicali decide di andare avanti lo stesso mettendosi in proprio e fonda nel 1947 la Fender Company, un’azienda che ha tra gli scopi sociali la progettazione e la costruzione di chitarre elettriche.
Dal jazz al rock
I suoi clienti più antichi sono jazzisti e bluesmen, ma già bussa alle porte la prima generazione di rocker. Due modelli in particolare, la Telecaster e la Stratocaster diventano parte della leggenda del rock e fanno da balia a tutta la prima generazione di chitarre elettriche. Steve Cropper degli MG’s è uno dei primi a dare impulso all’uso della Telecaster, mentre Buddy Holly e Hank Marvin, il chitarrista degli Shadows, sono gli alfieri della Stratocaster, la stessa che Jimi Hendrix trasformerà poi nell’emblema della sua musica d’avanguardia. Nel 1967 Fender, stanco di occuparsi degli aspetti amministrativi della sua attività, cede la sua azienda alla CBS per la ragguardevole somma di tredici milioni di dollari, pur riservandosi un ruolo importante nella sperimentazione a nella progettazione. Alla sua genialità si deve anche la creazione di uno dei bassi più significativi della storia del rock, il Fender Jazz Bass, utilizzato tra gli altri da Sting o Jaco Pastorius. Quando muore sta sviluppando nuovi studi sull’utilizzo del computer nella produzione sonora, dopo aver recuperato, nel 1980, parte della propria autonomia produttiva fondando la G&L Musical Products.