Home C'era una volta Lenny Bruce, una morte con molti dubbi

Lenny Bruce, una morte con molti dubbi

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Il 3 agosto 1966 l’attore Lenny Bruce viene trovato morto nel bagno della sua casa di Hollywood all’8825 di Hollywood Boulevard. Ha quarant’anni e le foto scattate sulla scena lo mostrano nudo e disteso sul pavimento accanto a una siringa e a vari farmaci.

Nessuna seria indagine

Il certificato ufficiale attribuisce la morte ad “acuto avvelenamento da morfina causato da un’overdose accidentale”. Dopo il ritrovamento la polizia non blocca l’accesso al bagno e un gran numero di giornalisti e curiosi può accedere e scattare fotografie senza alcun rispetto per il cadavere. La contaminazione della scena impedisce una reale verifica della natura della morte. Se ne va così Leonard Alfred Schneider, in arte Lenny Bruce, classe 1926, uno degli entertainer più imbarazzanti per il sistema statunitense. Il suo è un cabaret al limite della illegalità, nel quale si propone di portare all’attenzione del pubblico i problemi nascosti dall’apparente benessere dell’American way of life. Perseguitato in ogni modo, la sua carriera si trascina da un tribunale all’altro, tanto che in alcuni spettacoli si limita a leggere i suoi capi d’imputazione.

Il ricordo del rock

Molti artisti rock hanno ricordato Lenny Bruce nei loro lavori, primi fra tutti i Beatles che hanno inserito il suo volto sulla copertina dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Il volto di Lenny è il quarto in alto da sinistra. I Genesis lo citano nel brano Broadway Melody of 1974 e lo stesso fanno i R.E.M. in It’s the end of the world as we know it dove viene citato due volte: nella prima parte con il verso «Lenny Bruce is not afraid» e nell’ultima parte in cui gode di una citazione con Lester Bangs. Bob Dylan ha dedicato al comico una intera canzone, intitolata Lenny Bruce, nella quale descrive una comune corsa in taxi. Nella versione di Silent Night di Simon & Garfunkel inserita nell’album Parsley, Sage, Rosemary & Thyme si ascolta in sottofondo il notiziario che annuncia la morte di Lenny. Gli stessi Simon & Garfunkel lo citano nel verso «And I learned the truth from Lenny Bruce» nel brano A simple desultory philippic (or how i was Robert McNamara’d into submission). Anche Tim Hardin ha scritto una canzone dedicata a lui, intitolata Lenny’s Tune inserita poi da Nico nel suo primo album Chelsea Girl con il titolo modificato in Eulogy to Lenny Bruce.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".