Home C'era una volta Lem Davis, un sax dello swing

Lem Davis, un sax dello swing

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Il 22 giugno 1914 a Tampa, in Florida, nasce il sassofonista Lem Davis. Il suo vero nome è Lemuel Arthur Davis.

Attivo sulla 52a

Dopo una lunga gavetta sul finire degli anni Trenta inizia a incidere a New York nel gruppo del pianista Harold Boyce, poi diviene molto attivo nei vari locali della 52a strada per tutti gli anni Quaranta mettendosi in luce con i gruppi del pianista Nat Jaffe dal 1940 al 1942 passando poi a quello di Coleman Hawkins nel 1943. L’anno seguente accetta la proposta di entrare nell’orchestra del pianista Eddie Heywood col quale incide anche accompagnando Billie Holiday.

Sulla scia Willie Smith

Dopo brevi permanenze sia con Rex Stewart che con John Kirby, torna col sestetto di Heywood. Successivamente forma vari gruppi in proprio e continua a esibirsi nella zona di Broadway per tutti gli anni Cinquanta fino all’inizio dei Sessanta. Più o meno in quel periodo registra vari dischi con il proprio nome sia per Savoy che per Sunset. Una parte della critica lo considera, almeno dal punto di vista del timbro, uno strumentista che si inserisce sulla scia Willie Smith. Muore a New York il 16 gennaio 1970.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".