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Legambiente denuncia: nessun passo avanti nel nuovo decreto sulle rinnovabili

In una lettera di Legambiente destinata  al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, si denunciano i mancati passi avanti  in termini di sostenibilità, ritenuti totalmente assenti nel decreto sugli incentivi alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche.

Legambiente denuncia: nessun passo avanti nel nuovo decreto sulle rinnovabili

In un nostro recente articolo che rendeva note le posizioni del Ministero dello Sviluppo Economico a proposito del nuovo decreto sugli incentivi alle fonti rinnovabili, si denunciavano i voluti tagli alle rinnovabili e i ricchi sostentamenti ai vecchi inceneritori.

Legambiente torna quindi a denunciare l’atteggiamento del governo nei confronti della mancata svolta verso lasostenibilità, scrivendo una lettera firmata dal presidente dell’associazione Vittorio Cogliati Dezza, nella quale si spiega come ”le tariffe e le procedure previste dal decreto intervengono con modifiche rispetto ad un provvedimento già in vigore e comunque per un orizzonte temporale limitato (al 31 dicembre 2016 e salvo lo sforamento del tetto di 5,8 miliardi di spesa in bolletta)” – ”le scelte non vanno nella direzione di un efficace sviluppo delle fonti rinnovabili o di una trasparente e efficiente allocazione degli incentivi” – ”con effetti che potranno risultare assai pericolosi per lo sviluppo futuro”.

Scelte discrezionali e non motivate

Legambiente avverte ”proprio per queste ragioni, era necessaria una verifica dei risultati raggiunti con le diverse tecnologie, una valutazione costi-benefici dell’efficacia degli incentivi in modo da motivare le scelte di revisione delle tariffe” e mette in evidenza ”alcuni problemi nella gestione degli incentivi che hanno portato a ridurre sensibilmente le installazioni nel 2014” in particolare in fatto di eolico, di mini-idro, e di biomasse.

Invece – scrive Legambiente – ”il decreto si limita a ridefinire l’entità degli incentivi con scelte che appaiono discrezionali e comunque non motivate”. E aggiunge che non è ”un problema di risorse ma di destinare queste stesse alle vere fonti rinnovabili”, proponendo ”alcune modifiche” ritenute ormai ”indispensabili”.

Fonte: Ansa

 

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