La Toscana vanta una delle economie più dinamiche e prospere di tutta Italia. Per dare una prima idea del suo contesto produttivo, possiamo dire che la struttura della regione si fonda certamente sui tradizionali comparti di agricoltura, industria e turismo ma con delle caratteristiche tutte sue. Numerosi fattori hanno contribuito a favorire lo sviluppo della Toscana. Tra quelli naturali, possiamo annoverare una grande ricchezza mineraria e agricola mentre, tra quelli storici, la notevole crescita raggiunta al tempo dei liberi comuni medievali e, successivamente, dalle signorie e dai ducati e granducati. Tra gli elementi geografici, hanno contribuito alla sua prosperità la vasta estensione dell’area collinare che è agevolmente lavorabile e la modesta superficie delle aspre zone di montagna. La Toscana settentrionale, in particolar modo il Valdarno, è l’area certamente più ricca, industrializzata e popolata, con un apporto di reddito e una rete di collegamenti e di servizi (specie stradali, finanziari, commerciali) paragonabili a quelli dell’Italia settentrionale. Al contrario, la Toscana meridionale è contraddistinta da un’agricoltura ancora in via di modernizzazione e da un’industria alquanto debole che si articola quasi sempre in zone monoproduttive, impegnate cioè in un unico tipo di produzione. Cominciamo con l’analisi del settore primario, ossia agricoltura e zootecnia. In Toscana, in passato definita il “granaio dell’Etruria”, l’agricoltura ha sempre avuto una grande importanza. Specie nelle aree di montagna, sono diffusi funghi, castagne e tartufi mentre la collina si caratterizza essenzialmente per oliveti e vigneti. Riguardo all’olio extravergine di oliva, non possiamo non citare la presenza di una IGP regionale (Toscano), di cui uno con menzione Montalbano, e di cinque DOP (Chianti Classico, Colli Fiorentini, Lucca, Terre di Siena e Tuscia). La bassa collina e anche la pianura si caratterizzano inoltre per la coltura vivaistica, orticoltura, colture cerealicolo-foraggere, girasoli, mais, barbabietole e zafferano. Famosissimo in tutto il mondo è poi il sigaro toscano, prodotto con foglie di tabacco di tipo Kentucky coltivate in Val di Chiana e nella Valtiberina toscana.
La regione di Dante Alighieri si caratterizza anche per la coltivazione di girasoli e alberi da frutto. Per quanto riguarda allevamento e zootecnia, parliamo in particolar modo delle razze autoctone bovine e suine. Tra le razze bovine spiccano decisamente le mucche chianina, maremmana, calvanina e garfagnina mentre tra i suini va ricordata la pregiatissima razza di Cinta senese allevata allo stato brado e semibrado in varie zone delle province di Siena. Tra le razze ovine locali sono in fase di recupero la massese, la pomarancina e la zerasca mentre i cavalli autoctoni più diffusi a livello regionale sono il maremmano e il bardigiano. Per quanto riguarda il settore secondario, dobbiamo rilevare che l’estrazione mineraria non ha più l’importanza che aveva in passato anche se rimane, tuttavia, un’attività non trascurabile. Tra i vari giacimenti, alcuni dei quali inattivi o esauriti perché troppo costosi (come quelli di minerali di ferro dell’isola d’Elba e di mercurio del monte Amiata), se ne segnalano alcuni di minerali di rame e di piombo, nonché di piriti, da cui si ottiene ferro. Hanno grande importanza i marmi delle Alpi Apuane, assai preziosi e ricercati, che devono la loro reputazione alle sculture di Michelangelo, in speciale modo l’alabastro di Volterra e il bianco di Carrara. La Toscana ha inoltre un’interessante fonte di energia geotermica: i soffioni boraciferi di Larderello (in provincia di Pisa), dai quali si ricava appunto il borace, che diffondono grandi quantità di vapore naturale, impiegato per alimentare centrali elettriche.
Proprio la presenza di cospicui minerali ha favorito nei passati decenni lo sviluppo dell’industria pesante, raggruppata lungo la fascia costiera, con complessi siderurgici, meccanici, chimici e, servendosi soprattutto del petrolio greggio importato dallo scalo portuale di Livorno, petrolchimici. La tipica industria toscana è invece quella manifatturiera, di origine artigianale, destinata alla produzione di beni di consumo. Diffusione alquanto ampia ha il settore tessile: la città di Prato è uno dei massimi centri italiani nella creazione di tessuti di lana. Molto importante è anche il trattamento del cuoio e delle pelli, con un’area particolarmente densa di piccole aziende a Santa Croce sull’Arno mentre a Firenze, lungo il caratteristico Ponte Vecchio, possiamo trovare, sempre per quanto riguarda il settore della pelletteria, i prodotti artigianali della migliore qualità, con eccellenti materie prime e la lavorazione più accurata. E così borse, cinture, quaderni e giubbotti in pelle diventano oggetti di design ricercato da parte della clientela proveniente da tutto il mondo. Se ci si trova poi nel capoluogo toscano, non è pensabile non passare per il Mercato di San Lorenzo dov’è possibile trovare, specie nella parte esterna lungo le stradine che circondano l’edificio, manufatti in ceramica, abiti, oggetti di cartoleria, souvenir e svariati articoli in pelle. Altri prodotti molto importanti sono la ceramica, il mobile, il vetro e diverse attività artigianali, tra cui i cappelli e le borse di paglia di Firenze, i ferri battuti di Siena e gli oggetti in alabastro di Volterra. Anche il terziario è molto sviluppato, specie se pensiamo al turismo, un’attività capitale nell’economia della Toscana in quanto il reddito globale che produce mette la regione ai primi posti su scala nazionale. Ogni anno si registrano, nei villaggi turistici, negli alberghi, nei campeggi, oltre dieci milioni di presenze, per un terzo straniere. Due sono i principali flussi turistici: quello rivolto all’arte, attivo sin dal XIX secolo, che si raccoglie intorno ai musei e ai monumenti di Firenze, Pisa, Siena e di tante altre città, grandi e piccole (come Cortona e San Gimignano) e quello rivolto alle località balneari, che riguarda particolarmente la Versilia e Viareggio, ma anche le isole dell’arcipelago toscano, come l’Elba, sede del primo esilio di Napoleone Bonaparte, e le altre splendide isole dell’arcipelago toscano come il Giglio e Giannutri, Montecristo e Pianosa, tutte caratterizzate da un mare cristallino e da una folta macchia mediterranea, da pinete affacciate su scogliere e da grandi spiagge di sabbia morbida oltre ad angoli di natura selvaggia e fondali marini mozzafiato. Da non trascurare poi la parte del Grossetano, come Porto Santo Stefano, ai piedi del monte Argentario. La Toscana dispone altresì di famose stazioni termali come Chianciano Terme, Bagni di Lucca e Montecatini Terme mentre ha sempre una grossa importanza il turismo montano nelle zone più alte dell’Appennino, specie nel centro sciistico dell’Abetone.