Non è una novità letteraria il fatto che molti grandi scrittori del passato amassero profondamente gli animali e ne abbiano tratto spunto per scrivere i loro capolavori. Meno noto è, invece, il fatto che alcuni di essi si fossero impegnati attivamente nella difesa dei loro diritti contribuendo alla nascita di organismi preposti alla loro tutela. È il caso di Paul Léautaud e del libro a lui dedicato da Marina Alberghini, Il gatto Miton. La meravigliosa storia di Paul Léautaud scrittore, libertino e angelo degli animali (Rupe Mutevole, 2014). Daily Green ha colto l’occasione della presentazione del libro il prossimo 23 ottobre alla Libreria Assaggi di Roma, nel cuore del quartiere San Lorenzo, per intervistare l’autrice di questo interessante volume.
Paul Léautaud, l’angelo degli animali
Marina, prima di tutto chi era Paul Léautaud?
Léautaud era molte persone contemporaneamente: un grandissimo scrittore; un purista del linguaggio; un giornalista e critico teatrale straordinario; un grande pacifista; un protezionista e animalista all’avanguardia; e, su tutto questo, un uomo profondamente libero.
Passando al tuo libro, emerge una figura dal forte impegno sociale e culturale. In particolar modo come precursore dei diritti degli animali e protezionista ante-litteram.
Léautaud è veramente l’emblema del protezionismo moderno e oggi non ci sono volontari, animalisti o associazioni protezioniste che non si riconoscano in quell’uomo che non faceva distinzioni nel salvare qualunque specie animale. Egli spendeva tutto ciò che aveva per gli animali, strappandoli spesso alla morte e alla vivisezione e lasciò i suoi Diritti d’Autore alla LAV francese. Nel 1912 si stabilì a Fontenay aux Roses, una villa con un vasto giardino, una vera e propria giungla domestica, proprio per accogliere, nel corso degli anni, più di 300 gatti e 150 cani, oltre a una scimmia tolta al Circo e una gallina salvata dalla pentola. E che nutrirà con la vendita dei suoi libri rari e perfino dei mobili. D’altronde, bastano poche frasi per capire la sua cultura sugli animali: “Io lo dico spesso, non potremmo continuare a vivere se non smettessimo di pensare a tutte le crudeltà che avvengono sulla superficie della terra. Quelle di cui gli animali sono le vittime senza difesa mi straziano di più. E l’orrore di quella di cui ci si fa un piacere: la caccia. Il disprezzo, il disgusto per coloro che la praticano”.
Inoltre Léautaud si batterà sempre contro la vivisezione, la Corrida, il Tiro al piccione, i Circhi, i Palii ricorrendo anche al Presidente del Consiglio francese d’allora Lèon Blum. Le sue parole, che oggi apprezziamo e nelle quali ci riconosciamo, a quel tempo fecero scandalo: “Certi dicono che una casa senza bambini non è un casa. Io dico: una casa senza animali non è una casa. Quello che può divenire, fare di se stesso, un animale che non è mai stato strapazzato, col quale mai si è alzata la voce, che non ha mai chiamato senza che gli venisse risposto, mai data una manifestazione di affetto senza che fosse contraccambiata è per me una meraviglia che non finisce mai. Si parla sempre delle qualità degli uomini, quando essi muoiono. Non si parla mai , trovandosi presso una bestiola che è morta, della qualità degli animali, che sono come le loro,che sono anche a loro superiori”. E per chi tortura gli animali non ha pietà, neanche da morti. Quando saprà che il professor Nicolle, che ha praticato per anni la vivisezione, è morto fra atroci sofferenze, esulterà: “Ne sono incantato! – dirà in un’intervista – Rapito, capite! Avrei voluto essere lì e gli avrei negato anche un bicchier d’acqua. Era il boia che espiava. Io piango gli animali che gli uomini fanno soffrire. La sofferenza degli uomini non m’interessa. Loro si sanno difendere. Io non faccio parte della società protettrice degli uomini!”
Nel tuo libro, ha un ruolo chiave il gatto Miton. Potremmo definirlo il “felino fatale”?
Certo, ma anche…il Cavallo di Troia! Che stavolta è un felino. La storia nasce dall’incognita sul futuro del monumentale Diario che Léautaud tiene da sempre e che è non solo un capolavoro narrativo ma un documento unico su sessantatre anni di vita letteraria francese. Come ho detto, negli anni difficili della guerra, Léautaud, che stava digiuno per nutrire i suoi cani, i suoi gatti, la scimmia e la gallina, poteva venderlo a chiunque per sostenere i suoi animali. E qui entra in gioco la persona che riveste un ruolo fondamentale in questo libro, incentrato sul rapporto fra lui, una donna e un gatto. La donna è Marie Dormoy e il gatto è Miton. Quarantenne bibliotecaria, zitella timorata, frequentatrice dei salotti letterari, donna intellettuale – una categoria che il misogino Léautaud detestava – Marie inizia a frequentare lo scrittore nel tentativo di assicurarsi il Diario per custodirlo nella biblioteca; ma non è impresa facile. Oltre a disprezzare le intellettuali, Léautaud ha sempre preferito le donne più vecchie e brune mentre Marie è rossa e più giovane di lui. Lui ha da diciotto anni un legame puramente sensuale con una donna gelosissima, una vera virago, e non cerca complicazioni. In più la signorina Dormoy è religiosa e lui ha orrore delle religioni; ha avuto molte malattie e lui ha orrore delle malattie. Ma Marie non si arrende e inizia a “corteggiarlo” sapendo che non è facile vincerne le resistenze. L’unico modo per farlo sarebbe concedersi, visto che il sesso è l’unica cosa che a Léautaud interessa fare con le donne; ma lei è bloccata anche perché gli approcci di quel libertino sono brutali. Allora per entrare nella sua vita, Marie escogita uno stratagemma sapendo che lui si scioglie di fronte agli animali. Decide di acquistare un gatto e, col pretesto di chiedergli consigli sulla sua cura, cercherà così di introdursi nella sua abitazione e nel suo cuore. Compra così il micio Miton e “l’operazione gatto” ha successo. Léautaud ammette Marie in casa sua, fa l’amore con lei, accetta che si occupi del suo ménage, liquida l’amante gelosa e virago, anche se con una certa riluttanza. E Marie vince in parte le sue inibizioni nei confronti del sesso, anche se si rifiuterà sempre di pronunciare frasi sconce durante l’amplesso; supera la ripugnanza che all’inizio le suscita quell’amante anziano, gravemente e precocemente invecchiato, passa sopra a ogni sorta di umiliazioni sino a divenire la donna della sua vita. Quando Miton muore, Marie pubblica il diario della sua vita col gatto e Paul le scrive la prefazione. E le affida il suo Diario. Marie ha vinto, l’amore ha vinto ma il vero vincitore è stato il gatto Miton!
Leautaud è stato un grande intellettuale e un acuto critico teatrale. Ma ebbe anche fama di libertino…
È così. Léautaud era attratto da donne autoritarie, brune e più vecchie di lui. Ma evitò sempre accuratamente di immettere il sentimento nel sesso. E fu un amante infaticabile senza alcuna inibizione. Lui riservava il sentimento solo agli animali, gli interessava soltanto il sesso con le donne, al punto da tenere un quaderno intimo sulle sue elucubrazioni sessuali. Scrisse: “Devo confessare che solo i sensi hanno il potere di farmi impazzire”; e “ci vogliono cinque minuti per fare l’amore, si dice! Io mi indignerei. Cinque minuti! A me, ci vogliono almeno due ore, tanto piacere provo in tutti i preliminari”.
Il prossimo 23 ottobre presenterai il volume alla Libreria Assaggi di Roma. Ricordiamo che interverranno, oltre a te, la giornalista del Corriere della Sera Lilli Garrone, la Presidente dell’Enpa Carla Rocchi e il Presidente della LAV Gianluca Felicetti. Potrebbe essere un appuntamento utile per far conoscere meglio questo grande scrittore francese.
Certamente. Lascio volentieri Fiesole con i miei undici gatti e due cani per questo appuntamento così interessante. Loro, sapendo per cosa vado, mi perdoneranno! Anche se Léautaud è stato uno scrittore di altissimo livello, ho preferito dedicare il libro, oltre che a mio padre, alle Associazioni animaliste e a tutti i volontari e le volontarie che con passione, sacrificio e coraggio si dedicano ogni giorno al salvataggio e all’adozione degli animali abbandonati, lottando contro vivisezione e violenze e proseguendo così idealmente sulla via tracciata da Paul Léautaud. E credo che lui ne sarebbe molto contento!