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Le meduse, ora, mangiano i pesci

medusa mangia pesci

Aumentano le meduse, non solo nel Mediterraneo, diventando predatori dei pesci appena nati, di cui sono diventate ghiotte. Il fenomeno non è legato solo al caldo estivo ma dipende anche dalla sovra-pesca che riduce la competizione con gli altri esseri marini e da altri fattori. A dirlo uno dei massimi esperti mondiali, Ferdinando Boero, docente di biologia marina all’università del Salento e ricercatore del Cnr, sintetizzando un recente studio sulle meduse della Fao di cui lui stesso e’ autore.

”Le meduse mangiano uova e larve dei pesci nutrendosene fino allo stadio giovanile – afferma Boero – e creando una rivalità all’inizio del ciclo biologico”. Poi, il problema della sovra-pesca: ”Con lo sfruttamento degli stock ittici c’è sempre meno competizione, meno pesci e meno competizione per le meduse che aumentano. Dobbiamo – suggerisce l’esperto – considerarlo nei modelli di studio della pesca”. Tra gli altri effetti di questo aumento, ”le punture ai bagnanti – dice – ma è una cosa che avviene in tutto il mondo. Nessuno è in grado però di prevedere se ci saranno tante meduse. Fatto è che stanno aumentando in tutto il mondo”. Inoltre, Boero rileva che ”la tendenza è al riscaldamento delle acque del mare. Il Mediterraneo sta diventando sempre più tropicalizzato: basti pensare per esempio che su 100 nuove specie marine introdotte negli ultimi 20 anni 98 sono tropicali. E tra queste anche alcune meduse”.

Comunque la temperatura non e’ sufficiente a predire l’arrivo di meduse, ma dipende dalla ”specie, tant’è che ce ne sono ”alcune ad affinità calda ed altre ad affinità fredda: la velella per esempio a marzo invade le coste della Liguria” o ”la pelagia che vien fuori verso aprile dopo aver passato l’inverno in canyon sottomarini”.

Ci sono diversi progetti europei che studiano questi fenomeni e come funzionano gli ecosistemi marini in modo da gestirli in modo piu’ efficace. Tra questi, osserva Boero, il Med-jellyrisck, Ritmare, Perseus, Vectors of change, Coconet (per un network delle aree marine protette). Anche quest’anno è partita la campagna di ”scienza dei cittadini” con ‘Occhio alla medusa’, con una vena internazionale grazie all’adesione di quasi tutti i Paesi del Mediterraneo (sostanzialmente è un monitoraggio fatto dai bagnanti che segnalando una medusa in un determinato luogo creano una sorta di ‘radar’ in tempo reale). E, conclude, ”alcuni esemplari sono bellissimi. In molti hanno imparato ad ammirarle sott’acqua”.

Fonte: Ansa

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