Le aziende italiane scendono in campo contro il cambiamento climatico. Fra poco più di due settimane, alla conferenza sul cambiamento climatico, UN COP21, le nazioni coinvolte cercheranno di negoziare un accordo mondiale volto alla riduzione delle emissioni di CO2 e a limitare l’innalzamento della temperatura globale. Le informazioni raccolte da CDP – organizzazione internazionale no profit – dalle più grandi società quotate rivelano quanto le aziende italiane abbiano modificato le proprie strategie negli ultimi 5 anni per agire da protagonisti nel contrasto al cambiamento climatico.
Le aziende puntano alla green economy
E’ questo il punto di partenza del CDP Climate Change Report Italian Edition 2015 presentato in Borsa Italiana che analizza le informazioni sull’impatto ambientale fornite dalle principali società quotate italiane ed europee e, dopo averne identificato i trend, stila la classifica delle realtà maggiormente virtuose.
CDP lavora al fianco dei mercati finanziari per 822 investitori istituzionali che gestiscono asset per 86 trilioni di euro. Fra le 2000 organizzazioni che fornisco informazioni ambientali attraverso il CDP in tutto il mondo, ci sono 113 realtà che hanno ottenuto i miglior rating, classificate come Climate A List. Si tratta di marchi globali come Alcatel, Siemens ma anche le tre piu’ grandi multinazionali per capitalizzazione di mercato come Apple, Microsoft e Google.
A livello italiano, molte sono le aziende premiate oggi fra cui Intesa Sanpaolo, Fiat Chrysler Automobiles NV, CNH Industrial, Yoox Group, Save – Aereoporto di Venezia e GTECH SpA
Le 262 più grandi aziende europee che hanno rilasciato i propri dati a CDP (rappresentanti il 93,3% dell’Indice FTSEurofirst 300) sono la dimostrazione del valore generato dalla integrazione delle azioni contro il cambiamento climatico nelle strategie aziendali. La quasi totalità di esse (99%) assegna al board o al senior management la responsabilità della gestione delle azioni contro il cambiamento climatico e opera affinché il tema venga portato all’attenzione dell’agenda politica.
In aumento le imprese che agiscono contro il cambiamento climatico
A livello italiano il report mette in luce un forte incremento del numero di imprese che hanno rendicontato le proprie attività ambientali tramite CDP nel corso degli ultimi 5 anni, in crescita del 143%. Anche il punteggio medio ottenuto dalle aziende è nettamente migliorato, a testimonianza di una maggiore consapevolezza circa l’importanza non solo di rendere disponibili le informazioni sul proprio impatto al cambiamento del clima, ma di mettere in atto azioni di mitigazione. Le iniziative per ridurre le emissioni di CO2 sono aumentate del 73%, con sempre maggior attenzione verso l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili.
Dati che dimostrano come l’Italia proprio a livello aziendale sia coinvolta in un profondo mutamento culturale che prevede un crescente atteggiamento di responsabilità verso il tema del riscaldamento globale. Inoltre, per il 81% dei rispondenti la valutazione dei rischi ambientali è inserita fra le prime voci nell’analisi dei rischi aziendali. Tuttavia, anche i rischi reputazionali rappresentano un importante elemento di attenzione tanto che per il 50% dei rispondenti al report posizionarsi sul fronte della responsabilità sociale ambientale rappresenta un elemento di successo per il business.
Un forte impegno anche da parte degli investitori
Lo slancio da parte delle imprese nell’amministrare il cambiamento climatico coincide con un crescente impegno da parte degli investitori. Se le recentemente introdotte Red Lines per i fondi pensione verranno correttamente implementate, non rendicontare a CDP potrebbe causare gravi penalità per i membri dei CDA. Sempre piú investitori stanno scommettendo su un futuro sostenibile: piú di €19 trilioni sono stati investiti in fondi che seguono criteri di tipo ambientale, sociale e di governance, un aumento del 61% in due anni*.
Paul Dickinson, Presidente e Co-Fondatore di CDP spiega: “Le grandi aziende hanno un potere incredibile. L’influenza che le scelte di business hanno sul cambiamento climatico ha raggiunto un punto critico, per questo le aziende devono darsi da fare. Hanno bisogno di una politica ambiziosa sia a livello nazionale che internazionale che le supporti e che sia da stimolo per la diffusione di buone pratiche su larga scala”.
Steven Tebbe, Managing Director del CDP Europe commenta: “E’ incoraggiante vedere che le aziende europee sono molto presenti sulla Climate A List. Le politiche europee ambiziose e di lungo periodo hanno certamente contribuito a stimolare questo sviluppo e hanno reso i prodotti e i servizi europei tra i più efficienti e desiderabili al mondo. Tuttavia, considerando il contributo storico al cambiamento climatico, l’Europa ha l’obbligo morale di trovare delle soluzioni. Se per ora questa ambizione sta mettendo alla prova solamente il settore privato, nel medio-lungo periodo creerà posti di lavoro qualificati, innovazione e competitività. Un importante passo futuro sarà assicurare un quadro di riferimento per l’attività di reporting sotto il controllo delle direttive europee”.
Le migliori aziende italiane contro il cambiamento climatico
In evidenza nella A List 2015 aziende come CNH Industrial, Fiat Chrysler Automobiles, Intesa Sanpaolo, e YOOX Group, tutte con rating A.
In fatto di rendicontazione, invece, le realtà più virtuose del Climate Disclosure Leadership Index Italy 2015 sono Buzzi Unicem, CNH Industrial , ENEL, Eni, Intesa Sanpaolo, Pirelli, Salini Impregilo, Snam, Telecom Italia.
Save – Aereoporto di Venezia Marco Polo ha ricevuto il titolo di Best newcomer, mentre GTECH SpA è l’azienda che ha riportato il miglioramento più consistente ottenendo il premio come Best Improver.
Le imprese Italiane stanno continuando a rispondere alle richieste degli investitori di migliorare i dati che condividono tramite CDP; tuttavia alcune società del panorama italiano ancora non lo fanno e non vengono quindi incluse nell’analisi di CDP.
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