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L’Anidride Carbonica? Confonde i pesci

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anidride carbonica

Comprendere la natura dell’anidride carbonica (CO2), e i problemi legati alle sue attuali emissioni, è fondamentale. Una recente ricerca ha scoperto che proprio questa nuoce anche ai pesci.

L’anidride carbonica, un gas pericoloso

La CO2 è un gas, emesso sia naturalmente che per l’attività umana. In natura, questo gas è il prodotto del cosiddetto ‘ciclo del carbonio’, dove milioni di tonnellate di CO2 atmosferico vengono rimosse dall’atmosfera dagli oceani e dalle piante (i cosiddetti ‘dissipatori’), per tornare nuovamente indietro attraverso processi naturali. Normalmente, facendo riferimento al processo sopra esplicato, le quantità di CO2 emessa, e di quella assorbita, sono all’incirca eque.

E’ l’uomo che, attraverso l’uso di combustibili fossili quali petrolio, carbone e gas, e la parallela deforestazione, ha fortemente contribuito ad aumentare le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, causa di forte inquinamento e notevoli alterazioni ambientali. Le alte concentrazioni di CO2 nell’atmosfera non solo hanno un impatto disastroso sull’ambiente, ma interferiscono gravemente sulla vita e sulla conservazione della fauna terrestre. I risultati di un recente studio, portato avanti dai ricercatori dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies e dall’Università James Cook (Australia), hanno dimostrato che l’aumento costante delle emissioni di CO2 rappresenta una minaccia considerevole per animali quali i pesci.

Anidride carbonica, una vera minaccia per i pesci

Secondo tali studi, infatti, livelli eccessivi di CO2 ne mettono a rischio il corretto funzionamento del cervello e del sistema nervoso centrale con gravi conseguenze per la loro sopravvivenza. “Per anni il nostro team ha monitorato il comportamento di numerosi pesci corallini, allevandoli in acqua di mare contenente livelli più alti di CO2 disciolta – ora è abbastanza chiaro che questi pesci sperimentano significativi disagi al sistema nervoso centrale, che son in grado di danneggiare le loro possibilità di sopravvivenza”, è quanto afferma il professor Munday in un’intervista a Science Daily. “Abbiamo scoperto che un’elevata concentrazione di CO2 negli oceani può influire direttamente sulle funzioni neuro-trasmettitrici dei pesci”.

Ciò rappresenta una minaccia diretta alla vita marina. In poche parole, nei pesci sensi come l’udito o l’olfatto vengono danneggiati, insieme alla naturale capacità di movimento: “Tutto questo ci ha portato a sospettare che non venissero danneggiati solo i singoli sensi – piuttosto, che gli alti livelli di anidride carbonica danneggiassero anche l’intero sistema nervoso centrale.”