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La scimmia di Hartlepool, novella sul razzismo

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Hartlepool
La copertina di "La scimmia di Hartlepool"

C’è una nave in mezzo al mare. Batte bandiera francese al largo delle coste inglesi nell’anno 1814, verso le fine dell’Era Napoleonica e della rivalità tra Francia e Gran Bretagna. E proprio nel luogo dove scompaiono tutti i confini, prende avvio una delle graphic novel più intense e toccanti pubblicate negli ultimi anni, La scimmia di Hartlepool (Tunué, 2015) opera di due brillanti menti come i francesi Wilfrid Lupano e Jérémie Moreau. Inserito nella collana Prospero’s Books, il libro ha vinto in patria il Prix del Libraires spécialisés e il Prix Chateau de Cheverny de la bande dessinée historique ed ha appena ricevuto il Premio speciale della Giuria all’opera del Gran Gunigi a Lucca Comics and Games 2015.

La leggenda della scimmia di Hartlepool

L’origine del libro

Wilfrid Lupano ha avuto l’ispirazione per la stesura del volume dopo aver ascoltato una curiosa storia in un locale di Hartlepool, cittadina della contea di Durham. Durante gli anni dello scontro tra l’Impero di Napoleone e la Corona britannica, un vascello francese naufraga vicino le coste del piccolo paese di Hartlepool. Si salvano solamente il giovane mozzo Philip e la scimmia del Capitano Narraud, Nelson, che, scaraventata sulla spiaggia dalle onde del mare, viene catturata dagli abitanti della cittadina inglese e scambiata per un militare francese. Già, perché i sudditi di Sua Maestà britannica non hanno mai visto in vita loro un soldato transalpino in carne e ossa e vengono tratti in inganno dall’uniforme che porta la scimmia. In un vortice di eventi caratterizzato da ignoranza umana, becero nazionalismo e odio verso il diverso, gli abitanti di Hartlepool inscenano un processo farsa che si concluderà con l’impiccagione della povera scimmia e neanche il disvelamento della reale identità dell’animale da parte del dottor James Darwin, in viaggio verso il Nord dell’Inghilterra con il suo cadetto Charles, riesce a far ricredere completamente la popolazione locale dell’assurdo errore. A completare l’opera, un breve saggio intitolato La finta vera storia degli inizi del razzismo ad opera dell’accademico francese Pierre Serna dove viene illustrato il generale grado di civilizzazione dell’epoca ancora improntato a un certo modo selvaggio di vivere, una compiuta analisi sulla scienza dei primati e considerazioni sui rapporti uomo/donna e bianchi/neri radicate nelle convinzioni del tempo; riflessioni a supporto del fatto che il comportamento degli abitanti di Hartlepool sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra parte dell’Europa del tempo.

Hartlepool: l’ignoranza, il razzismo e l’odio per il diverso

L’equivoco dello scambio per un soldato francese è, quindi, l’avvenimento sul quale ruota tutta la vicenda della scimmia Nelson e degli abitanti di Hartlepool. Un episodio grottesco e tragico allo stesso tempo in quanto, se da una parte, vista con occhi razionali, tutta la storia assume connotati paradossalmente divertenti, dall’altra parte, tuttavia, induce a riflettere su quanto l’ignoranza umana possa causare situazioni insensate. Lupano e Moreau vogliono sottolineare quanto il becero razzismo, la paura del diverso e il pregiudizio irrazionale sono “culture” sempre presenti pur in forme diverse, all’epoca napoleonica così come ai nostri giorni. Solamente la curiosità intellettuale e l’apertura mentale, ben rappresentati dalla figura del Dottor James Darwin, possono costituire i giusti antidoti alla regressione e alla violenza.

È evidente nelle intenzioni dei due autori la condanna di qualsiasi conflitto tra popoli e del razzismo che deforma qualsiasi aspetto del viver civile. Sotto questo profilo, è illuminante la battuta che il Dottor Darwin rivolge a un abitante locale quando, a fronte della sua considerazione che la scimmia indossava comunque una divisa francese, il medico ribatte sottolineando che se avessero messo indosso al suddito di Hartlepool un’uniforme del Celeste Impero, questo non ne avrebbe fatto in ogni caso un asino cinese. Colpiscono poi alcuni passaggi, chiaramente ispirati da un radicato illuminismo di Lupano e Moreau, quando si fa cenno alle difficili condizioni che un apolide, poco importa se si tratta di uno sradicato all’interno del proprio Paese oppure di un emigrato in terra straniera, deve affrontare nella vita quotidiana; oppure il pronunciato ottimismo, sempre declamato dal Dottor Darwin, riguardo il Futuro e la Modernità viste come un orizzonte di civiltà che non esclude nessuno e non discrimina secondo razza, sesso o religione.

I suggestivi disegni di Jérémie Moreau

Un ultimo accenno non si può non dedicare ai suggestivi disegni di Jérémie Moreau che esaltano il crescente senso di dramma della vicenda e che riescono a caratterizzare con grande efficacia il grado di tragicità della storia. Sono i volti delle persone, deformati dalla rabbia e dalla cattiveria, a sintetizzare al meglio la brutalità degli uomini di contro alla tenera ingenuità della scimmia Nelson che, strappato fortuitamente un fucile dalle mani di un locale, non trova niente di meglio che ripetere alcuni esercizi d’addestramento che il Capitano Narraud gli aveva insegnato a bordo della nave francese. In ultima analisi, La scimmia di Hartlepool ci lascia una grande morale finale: il progresso civile, la cultura e la scienza rischiano di rimanere un privilegio di pochi senza un contemporaneo sviluppo nel modo di pensare e ragionare dei molti pena il rischio di ritrovarsi, allora come oggi, comunità umane incarognite a difesa dei propri assurdi “confini” mentali.

Foto tratta dal sito www.fumettologica.it