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La misteriosa morte di Wardell Gray

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Il 26 maggio 1955, nel deserto del Nevada viene ritrovato il corpo esanime del sassofonista Wardell Gray. L’uomo ha il collo spezzato

Da Earl Hines a Benny Goodman

Nato a Oklahoma City il 13 febbraio 1921 Wardell Gray quando la famiglia si sposta a Detroit è ancora bambino. Non si sa molto di lui salvo che studia musica al Cass Tech High e inizia presto a suonare prima il clarinetto e poi il sax alto. Il pianista Hank Jones raccontava di averlo sentito suonare nella orchestra di Benny Carew, a Detroit, in una sezione sax che comprendeva anche il giovanissimo Lucky Thompson. Risulta ancora che Gray abbia suonato con Jimmy Rachel prima di essere scritturato, nel 1943, da Earl Hines. Nell’orchestra di Hines Gray suona il clarinetto e il sax alto, ma ben presto passa al tenore ritenendolo più adatto alla sua personalità. I due anni trascorsi con Hines gli permettono di crescere moltissimo tanto che quando si trasferitosi sulla West Coast è considerato uno dei più apprezzati strumentisti dei locali della Central Avenue. Nel 1946 suona nella formazione di Benny Carter e poi con Al Killian, con una piccola formazione riunita da Billy Eckstine, con Dexter Gordon e con Erroll Garner. In questo periodo viene ascoltato da Benny Goodman lo vuole con lui.

Il collo spezzato

Tra il 1948 e il 51 Gray ha modo di suonare in diverse formazioni di Goodman e prende anche parte alla lavorazione del film “A Song Was Born”, uscito nelle sale italiane con il titolo “Venere e il professore”. In quel periodo suona anche con l’orchestra di Count Basie. Nel dicembre del 1951 formò un sestetto tenendo a battesimo Art Farmer nella prima seduta discografica del trombettista che sarebbe stato uno dei suoi maggiori estimatori e amici. Alla fine di maggio del 1955 Gray viene chiamato da Benny Carter per suonare al Moulin Rouge, un club che era appena stato inaugurato a Las Vegas. Due giorni dopo il debutto, il 26 maggio, il suo corpo viene trovato nel deserto del Nevada con il collo spezzato e, malgrado le molte domande avanzate da amici e fans, il mistero non è mai stato risolto. Non si sa neppure con esattezza quali siano state le cause del morte e chi l’avesse accompagnato lì.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".