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La “mia” Roma, in due anni di camminate

La mia ROMA A PIEDI (Edizioni © 2022 Cofine srl) di Vincenzo Luciani è un libro emblematico ed al tempo stesso dotato della concretezza e dei limiti temporali di una cronaca sul territorio cittadino. Come dire meglio e sinteticamente, un diario di viaggio –

Vincenzo Luciani foto di V Sambucini

-… Un “diario di viaggio” nella Capitale, in una città che ne ingloba altre cento, che non finisce mai … La cronaca di due anni di camminate fatte tra il gennaio 2020 e il febbraio 2022 … perché chi cammina vede meglio, perché camminare favorisce la circolazione sanguigna rigenerando il cervello, perché camminando si ha il tempo di pensare e riflettere … (il buon giornalismo si fa con i piedi, cioè consumando e sporcando le scarpe) … un racconto fatto con i piedi, quindi umile, sincero, appassionato attraverso questa città che tante ne ha viste e tante ancora ne vedrà.

Vincenzo non ha mai nascosto la sua condizione di viaggiatore appassionato, dal sud (Ischitella e Cilento) andato ad abitare al nord (Torino) ed infine al centro dell’Italia (Umbria e Roma), con una biografia che lo ha visto sperimentare la vita culturale, quella politica e sindacale, quella di giornalista ed editore, ma sempre naturalmente nell’ottica del ricercatore, studioso di dialetti d’Italia e poeta. Impegnato sempre nel sociale, animatore culturale e sportivo, nonché inquieto podista e maratoneta. Oggi dirige il mensile “Abitare A” da lui fondato nel 1987 e la rivista trimestrale di poesia “Periferie”.

Tornando a Roma ovvero “una città che non finisce mai” – labirintica come i mondi di Matrix e nello stesso tempo stratificata nel tempo, dalla silenziosa Mater Matuta alla Madonna della Misericordia con il manto protettivo affollato di fedeli, la Roma Medaglia d’oro della Repubblica Romana del 1849 o la Roma ancora abitata da antiche divinità (come nei dipinti magici di Charles Coleman, primo illuminista nella città dei Papi, o Nino Costa, trasteverino e patriota, tra i massimi difensori della Repubblica Romana) poi sprofondata nella endemica carenza di un piano urbanistico (nonostante l’anatema di Italo Insolera) rimasta però meta ambita di pellegrinaggio nell’immaginario turistico mondiale.

Pietralata-ViaTondi 29 MARZO 2020

Era così quando la troppo disinvolta antropizzazione aveva ucciso il prezioso Ponentino, lo storico zéfiro profumato di mare bloccato da alti, compatti edifici, quella Capitale che Giulio Carlo Argan, primo sindaco (dal 1976 al 1979) non democristiano della Roma repubblicana, aveva così definito … – Più che una città, Roma è una polenta molle scodellata – Per non dimenticare la Roma del cinema, dalla Roma città aperta di Rossellini, con i suoi valori di Resistenza e di dolore, alla pasoliniana Mamma Roma, a quella tentacolare, cinta dal GRA come un difensivo cerchio magico, di Federico Fellini … Cosa rimane oggi ai cosiddetti “romani” nell’abbraccio mortale di una città/ameba inquinata e sporca? Forse solo l’identità di zona, di quartiere, seguita amorevolmente dagli articoli di www.abitarearoma.it – la storia nel suo farsi nelle sue 198 microcittà, secondo l’indagine condotta dal CRESME e pubblicata da Capitolium, la rivista del Comune di Roma:

Adesso un ulteriore spaesamento ci riguarda un po’ tutti, immersi come siamo in una società divenuta liquida (Zygmunt Bauman) ma soprattutto nell’era della metamorfosi digitale ereditata da quel Postmoderno definito da Jean-François Lyotard in un celebre testo, afflitta da una forma di anomia, già emersa dalle storiche ricerche sociologiche di Franco Ferrarotti – “Roma, da capitale a periferia”.

Pietralata 29 APRILE 2020

In questo smarrimento generale e nella rabbia che esplode in varie forme – con il conseguente guastarsi dei rapporti affettivi mai così socialmente conflittuali – come non citare Ulrich Beck (considerato uno dei più influenti sociologi contemporanei) con il quale dobbiamo constatare che viviamo ormai in una società del rischio – priva di sicurezze non solo nel rapporto tra scienza ed ambiente – che siamo ormai immersi in una natura così disastrata da rendere emblematica la definizione “Antropocene”; termine indicante l’epoca geologica attuale, coniato negli anni ottanta dal biologo Eugene F. Stoermer, adottata nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen.

Allora ci vuole coraggio, come Vincenzo Luciani ha praticato nel suo libro, nel riproporre un rapporto diretto con la realtà cittadina, le caratteristiche dei luoghi, storici, antropologici e politici, attraverso una cronaca realizzata faticosamente e a piedi, documentata puntualmente da foto ed osservazioni sui luoghi e le persone. Anche di quelle 198 micro città citate sopra, con le loro identità amministrative ed i loro territori caratterizzati da emergenze archeologiche e/o naturalistiche importanti, ma più o meno compromessi, danneggiati o resi inutilizzabili dal pubblico. Sono caratteristiche queste che riguardano anche le persone, a volte private della necessaria capacità di reagire, sommerse o rassegnate al degrado, oppure al contrario dotate di iniziative, impegno e creatività sociale. Energie recuperate a volte per induzione dall’esempio di altri o dello stesso Municipio.

RisevaAniene 21 MARZO 2021

Ci vuole coraggio inoltre a riproporre un contatto diretto con questa terra cittadina – martoriata dall’invasione del cemento o sanificata dai Parchi, assediati però dalla spazzatura di cittadini maleducati e aziende comunali inadempienti – ripristinando il contatto con il suolo e la fatica muscolare, quella che Alexander Lowen (il padre della terapia bioenergetica) chiama appunto grounding. E’ questa una tecnica chiamata body-mind che si basa sulla possibilità di recuperare energia e risorse partendo dal connubio tra respirazione e immaginazione che si ritiene giustamente legato ai concetti di consapevolezza e presenza, per superare l’insicurezza e la sfiducia con il recupero di un solido appoggio al terreno.

Un invito a seguire il suo esempio dunque, attraverso un investimento nella possibilità di percepirsi come unità corpo/mente vissuti in modo olistico, per connettersi con le proprie emozioni e l’ambiente. Un investimento anche nel rapporto con gli amici ritrovati, mantenendo la consapevolezza/contatto con persone e luoghi che attendono solo un contributo di buona volontà. Poi, come vediamo dalla copertina, messi i piedi a riposo, si utilizzi il computer per quello che è, un raffinato mezzo di comunicazione, caricando foto ed osservazioni alle quali dare un senso per la diffusione narrativa. Il viaggio sta per iniziare …

Da Pietralata-al Colosseo 1 GENNAIO 2022

VINCENZO LUCIANI emigrato giovanissimo in Umbria, poi a Torino dove si impegna nel giornalismo e nel sociale e dal 1971 al 1975 ricopre la carica di consigliere comunale. Nel 1975 si trasferisce a Roma, dove svolge diverse attività (giornalista, editore, poeta, promotore ed animatore culturale, sociale e sportivo). Dirige il mensile “Abitare A” da lui fondato nel 1987 e la rivista trimestrale di poesia “Periferie”. È del 1985 il suo primo libro di poesie in lingua Il paese e Torino (Roma, Salemi Editore). Con le Edizioni Cofine di Roma ha pubblicato: Vocabolario ischitellano (1994); Ischitella. Guida storica, proverbi, detti, filastrocche, indovinelli e soprannomi (1995); I frutte cirve. Poesie in dialetto garganico di Ischitella, FG (1996); Poesie e canzoni ischitellane (1996); Frutte cirve e ammature. Poesie dialettali (2001); Il grano-il pane-la cruedda (2002); Tor Tre Teste ed altre poesie:1968-2005. Raccolta di poesie in lingua e in dialetto (2005); La cruedda. Poesie in dialetto (2012); Straloche/Traslochi (2017); Vanzature/Avanzi (2020). Dal 2005 al 2012 ha condotto, in prima persona o con l’aiuto di collaboratori, ricerche sui dialetti del Lazio, i cui risultati sono poi confluiti in 8 volumi. Nel 2020 Edizioni Cofine ha pubblicato Vincenzo Luciani, poeta editore, di Loretta Peticca, Maurizio Rossi, Ombretta Ciurnelli, Rosangela Zoppi e Anna Maria Curci.

 

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