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La malva, un toccasana per le pelli secche

La malva dalle proprietà emollienti

La malva è da sempre considerata un toccasana per le pelli secche ed arrossate grazie alle proprietà delle sue abbondanti mucillagini. Anche Linneo nel classificarla, tenne presente questa sua caratteristica tanto che la classificò con il Genere Malva (da malakos che significa molle). In francese è chiamata mauve sauvage, in inglese common mallow o più semplicemente mallow, in tedesco è la wilde malve o più comunemente hasenpappel, mentre in Spagna si chiama come da noi, malva.A seconda di dove abitate, sentire nomi come marva, varma, riondela, nalba, meiba, meloha, miloghia, narbedda o parmuzza. E’ una pianta originaria dell’Europa, che però da sempre si trova diffusa anche nelle zone temperate di Asia e Africa. Allo stato selvaggio è piuttosto diffusa. Predilige i campi incolti e le macere anche se il terreno è arido. Questo dimostra la sua forte tendenza all’adattamento, ma se vogliamo che il nostro prodotto finale sia il migliore, allora un terreno leggero e fresco, ricco di sostanza organica è quello più indicato. Se poi non possediamo questo particolare terreno culturale, allora bisogna provvedere a fornirle almeno il minimo indispensabile come l’acqua, non moltissima (durante i periodi caldi anche più volte, senza mai esagerare), e un minimo apporto di concime.

La malva: storia, usi e proprietà

Le proprietà lassative, che oggi sappiamo dovute alle mucillagini, erano conosciute già dagli antichi romani, che la consumavano anche come alimento.Dioscoride consigliava un impiastro di malva e salice contro le ferite, mentre la sola radice di malva per lenire i mal di denti.Per l’attività lenitrice nei secoli è da sempre stata consigliata contro le punture di insetti e le irritazioni cutanee generali. Nel 1500 già si intuirono gli usi cosmetici della malva. Le donne del tempo si bagnavano il viso con l’ “aqua da visco”, una miscela di vari ingredienti tra cui fiori di malva, albumi d’uovo, gigli bianchi, fiori di mandorlo.  Pitagora sosteneva che la malva dovesse essere mangiata ogni giorno per calmare le passioni e purificare la mente. Cicerone ne era ghiottissimo, e Marziale oltre che usarla come antidoto alle sue notti brave, la consigliava a chi aveva problemi di stitichezza. Orazio l’accompagna alla cicoria e Apicio la consacra nella cucina ricca, pur essendo cibo contadino e popolano, dedicandole due ricette.
Continuiamo a ritrovare la malva nei secoli successivi, e la Scuola Salernitana la loda perché “risana e scioglie il corpo”.
Durante il medioevo veniva comunemente coltivata negli orti e i suoi principi attivi, utilizzati diffusamente fino al ‘900, erano il rimedio contro artriti, accessi, infiammazioni gengivali, stitichezza e obesità.

Oggi in gastronomia le foglie di malva, appena spuntate, sono mangiate crude nelle insalate, oppure cotte nelle minestre con orzo o riso. Sempre le foglie cotte, entrano come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli e polpette.

Le contadine del secolo scorso d’alcune regioni, mettevano dei fiori di malva nel corredo della sposa perché si diceva aiutassero a conservare la bellezza anche con l’avanzare dell’età.

La malva dalle proprietà emollienti e lenitive

Tutte le varietà di malva hanno proprietà emollienti e lenitive antinfiammatorie ,leggermente lassative ed espettoranti. Vengono usate le parti aeree. Le proprietà emollienti e lenitive antinfiammatorie per la pianta dipendono anzitutto dal contenuto e mucillagini e in antociani. Le foglie di malva sapientemente mescolate alle insalate crude o cotte sono un buon rimedio per la stitichezza cronica e giovanile ,tosse catarrale e nelle irritazioni della gola. I decotti di malva sono stati impiegati in clisteri e lavande vaginali rinfrescanti e sedative per sciacqui boccalii e delle infiammazioni delle mucose delle gengive. Gli infusi sono stati impiegati per il trattamento di pelli secche e arrossate, facili al prurito e per impacchi utili alle palpebre arrossate

I Consigli del farmacista

Uso interno

Le foglie le sommità fiorite per tosse e raffreddore costipazioni dolori intestinali
Infuso
3 grammi in 100 millilitri di acqua una tazza a piccoli sorsi due volte al giorno

Uso esterno

Le foglie o le sommità fiorite per le infiammazioni delle mucose della bocca e della gola ,gengive fragili ,nevralgie dentarie infiammazioni cutanee.
Infuso
5 grammi in 100 millilitri di acqua fare Sciacqui gargarismi lavaggi applicare batuffoli di cotone imbevuti di infuso più volte al giorno sulle parti interessate.

Uso cosmetico
Infuso di malva sono rinfrescanti decongestionanti e idratanti per le pelli aride e irritabili

LE ERBE IN CUCINA

RISO PILAF ALLA MALVA

Ingredienti

Riso pilaf – malva – brodo – cipolla – olio evo – burro – sale – pepe

Preparazione

Tagliate a piccoli pezzi delle foglie di malva e fatele sobbollire nel brodo per dieci minuti. Tritate molto finemente della cipolla e mettetela in una casseruola insieme a dell’olio d’oliva e poco burro, fate cuocere piano fino a che la cipolla non è colorita. Versate del riso pilaf, mescolate accuratamente e, a fuoco vivo, lasciate cuocere per qualche minuto. Salate, pepate, rimestate ancora, quindi bagnate con il brodo contenente le foglie di malva.

Portate ad ebollizione, coprite, poi passate rapidamente in forno ben caldo e lasciatevelo per venticinque minuti.
Togliete dal forno, sistemate il riso in un piatto fondo di portata, condite bene un po’ di burro quasi liquido. Servite il riso alla malva ben caldo.

 

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