Home C'era una volta La “leggenda nera” della maledizione di Tutankhamon

La “leggenda nera” della maledizione di Tutankhamon

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Il 26 novembre 1922 dopo oltre tremila anni di tranquillo riposo viene “violato” il sepolcro che contiene i resti mortali del faraone egizio Tutankhamon

Un taglio accidentale

Con la scoperta di indubbio valore archeologico e storico nasce anche una leggenda “nera” secondo la quale una maledizione avrebbe colpito i responsabili della violazione del sarcofago. Di certo molte persone coinvolte in quell’operazione archeologica morirono in circostanze mai chiarite. Il primo fu il finanziatore della spedizione, lord George Herbert di Carnarvon. Quattro mesi dopo l’apertura della tomba del faraone, infatti, mentre come tutte le mattine si faceva la barba tagliò accidentalmente quello che in medicina si chiama papula, cioè un rigonfiamento sulla pelle provocato da una puntura di zanzara. Questo banale incidente ebbe conseguenze inaspettate. Lord Carnarvon sviluppò un’erisipela, cioè un’infezione degli strati profondi della pelle che in pochissimo tempo si diffuse al sangue. George Herbert di Carnarvon morì di sepsi il 5 aprile 1923, senza riuscire ad assistere all’apertura del sarcofago di Tutankhamon.

Soccombo a una maledizione

Lord Carnarvon non fu l’unico a morire in circostanze insolite. Il 16 maggio 1923 un altro membro della spedizione, George Jay Gould, morì mentre si trovava in Francia per una febbre di origine sconosciuta. Il 10 luglio fu la volta del principe Ali Kamel, bey dell’Egitto che aveva autorizzato la spedizione, ucciso da sua moglie Marguerite Alibert. Il 26 settembre toccò al fratellastro di lord Carnarvon, Aubrey Herbert, il quale divenne quasi cieco durante l’estate e morì in sala operatoria mentre i medici erano impegnati in un’operazione di routine per restituirgli la vista. Il 15 gennaio 1924 morì il radiologo che aveva effettuato delle lastre alla mummia di Tutankhamon, ammalatosi di una malattia sconosciuta. Un altro membro della spedizione, sir Lee Stack, venne assassinato in circostanze misteriose il 19 novembre 1924. Negli anni seguenti morirono altre cinque persone legate alla scoperta della tomba del faraone e non furono gli unici. Nel 1924 un archeologo dell’Università di Cambridge, Hugh Evelyn-White, fu trovato impiccato nel suo appartamento. L’uomo era rientrato da poco da un viaggio in Egitto, durante il quale aveva visitato la tomba di Tutankhamon. Si dice che vicino al corpo dello studioso fu ritrovato un inquietante messaggio d’addio, vergato con il suo stesso sangue: “Soccombo a una maledizione che mi obbliga a scomparire”.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".