Dailygreen

La Francia e la rivoluzione… verde

Jean-Marc Ayrault ha lanciato i grandi cantieri della transizione energetica e della fiscalità verde, restando prudente sul diesel, in occasione, a Parigi, dell’ultima conferenza sull’ambiente.

La decisione è stata riaffermata da François Hollande nella stessa conferenza ambientale. Ora, vengono dati i primi colpi di piccone per i due complessi da mettere in opera.

La transizione energetica

Primo grande cantiere: la transizione energetica, che deve permettere la riduzione del 50% del nucleare nel bouquet del consumo elettrico nonché sviluppare le energie rinnovabili. Al fine di preparare la legge di programmazione sull’energia, che dovrà essere votata entro il 2013, sarà organizzato un dibattito nazionale a partire da novembre con la partecipazione dei cinque collegi rappresentati nella conferenza ambientale (Stato, sindacati, patronati, ONG e membri eletti).

Laurence PArisot, la presidente del Medef, ha deplorato come le grandi compagnie energetiche, EDF, GDF Suez, Total o Areya, non si siano associate direttamente nell’impresa ma soltanto attraverso un futuro “comitato di collegamento”. La discussione alla quale verranno, in linea di massima, interessati i cittadini, sia su scala nazionale che locale, prima di porsi la questione dei mezzi di produzione, dovrà riflettere sulla domanda d’energia e sull’efficacia energetica come obiettivo prioritario.

Al dibattito saranno invitati esperti stranieri, così come lo speravano le associazioni ecologiste mentre invece il Medef era reticente. “E’ troppo facile sostenere in Francia che è impossibile assorbire sulla rete il 50% di energie rinnovabili intermittenti, argomenta Hélène Pélosse, consigliera anziana di Jean-Louis Borloo, mediocre direttrice d’Irena (l’agenzia internazionale per le energie rinnovabili), che milita in Ecologie sans frontière. Prendiamo la pena di ascoltare un esperto spagnolo della rete, che sa come fare”.

Millefoglie fiscale

Secondo grande cantiere: la fiscalità verde. Eccetto alcune precise misure, il governo sa che ha bisogno di tempo per inverdire le tasse senza attendere il potere d’acquisto di numerose categorie di francesi, a cominciare dai conducenti di vetture diesel. Gli ecologisti, per ragioni sanitarie, sperano in un rincaro delle tasse sul gasolio. Su questo punto, essi si riconoscono nell’Unione francese degli industriali del petrolio (Ufip), il cui presidente Jean-Louis Schilansky deplora lo squilibrio sfavorevole alla benzina, che mette in difficoltà la raffinazione da gasolio.

Mentre il governo pensa di ridurre le tasse sui carburanti per abbassarne il prezzo, il leader dei Verdi, Jean-Marc Ayrault privilegia la ricerca piuttosto che la mano pesante del fisco per diminuire il consumo di carburante. Egli ha tra l’altro fissato un obiettivo di due litri ogni 100 chilometri tra qui e dieci anni. La tavola rotonda sulla fiscalità ha chiesto con forza che ciascuna misura sia preceduta da uno studio d’impatto sul potere d’acquisto e la trasparenza mentre invece la Francia rovina sotto una “millefoglie fiscale”.

Bernard Thibault apre al gas di roccia

L’ostilità del segretario generale della CGT Bernard Thibault a una chiusura improvvisa della centrale di Fessenheim era piuttosto conosciuta, così ha maggiormente sorpreso la sua apertura al gas di roccia. Nel Journal du dimanche Thibault, paventando un peggioramento della dipendenza energetica della Francia, considera “inquietante” la rinuncia all’esplorazione di questo gas. D’altro canto, i professionisti delle energie rinnovabili lamentano l’assenza di alcune misure immediate.

La nuova richiesta di offerte di pannelli solari per grandi coperture prima della fine dell’anno è positiva ma, nota Jean-Louis Bal, presidente del Sindacato delle energie rinnovabili (SER), “tutto ciò non comporterà grandi profitti per le imprese che entro un anno”. E non c’è stata alcuna riduzione tariffaria. Nell’eolico, la nuova richiesta d’offerte per costruire due parchi marini supplementari (al Tréport e a Noirmoutier) non sarà effettiva prima di diciotto mesi. Il Primo ministro ha promesso una tariffa di riscatto per l’eolico adattato all’oltremare ma nessun nuovo decreto tariffario per l’eolico terrestre. La tariffa attuale è stata contestata da un ricorso giudiziario e i finanziamenti sono congelati, lamenta France Energie Eolienne che ipotizza almeno 1000 impianti minacciati di chiusura.

Exit mobile version