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La foresta umbra di Federico II

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foresta umbra

Regno incontrastato delle orchidee, tanto da vantarne circa 80 specie protette, la foresta umbra ospita una flora e fauna naturalistica che non ha eguali nel Mediterraneo.

Perché umbra?

Non siamo nei dintorni di Assisi e neppure in qualche scorcio green del lago Trasimeno. Il nostro viaggio di questa settimana ci porta nella bellissima Puglia, alla scoperta di una foresta dove respirare aria purissima circondati da oltre dieci mila ettari di bosco. E allora perché umbra? Chiamata così per la sua ombrosità, a causa dei raggi del sole che s’insinuano timidamente tra i suoi alberi d’alto fusto, creando suggestivi giochi di chiaroscuro, la foresta umbra è una delle più grandi latifoglie d’Europa.

Orienteering, lo sport dei boschi

Nel cuore del rinomato promontorio del Gargano, tra Vico, Vieste e Monte Sant’Angelo, questo angolo di paradiso verde regala una ricchezza biogenetica incredibile. Amatissima dal turismo europeo naturalistico, in particolar modo da inglesi, tedeschi e irlandesi, questa foresta dai caratteri nordici ha richiamato anche l’interesse del popolo finlandese, che qui vi ha perfino trovato terreno fertile per una delle discipline open air più amate dagli scandinavi: l’orienteering, meglio conosciuto come lo sport dei boschi.

La leggenda di Federico II di Svevia

Ricca di storia (lo stesso Federico II di Svevia l’aveva innalzata a sua riserva di caccia), questo paradiso green riecheggia di fiabesco anche nei suoi miti. Tra i suoi alberi più diffusi, si annovera infatti il tasso, chiamato anche l’albero della morte a causa dal veleno letale che può generare. Una leggenda narra che Federico II era solito impossessarsi di questo veleno quando voleva liberarsi dell’incombenza delle sue amanti troppo asfissianti. Al di là di questa nota dolente, oggi la foresta umbra non è più terreno di caccia né tanto più di amori d’arginare con pozioni magiche.

La foresta umbra, lungo i sentieri tra flora e fauna

Qui pet therapy e green therapy la fanno da padrone. Inoltrandosi lungo i sentieri della foresta umbra, è possibile imbattersi in animali rari come daini, falchi, ghiri, volpi e gatti selvatici; e ancora essere sovrastati da un gigantismo vegetale, da fotografare prima con il cuore che con gli occhi. E per chi non vuole rinunciare all’enogastronomia, l’area offre zone per svariati pic-nic, delimitate con staccionate in pali di castagno e munite di tavoli rustici.

Per non rinunciare a vivere un viaggio tout court, avvolti e protetti, ancora una volta, solo dalla natura.