Il 9 marzo 1945 nasce a Catford, in Gran Bretagna, il chitarrista Robin Trower. Non ha ancora diciassette anni quando, con il tastierista Gary Brooker, il batterista Barry J. Wilson e il bassista Chris Copping forma i Raiders, poi ribattezzati Paramounts, il gruppo definito da gente che se ne intende, come i Rolling Stones, «la miglior band inglese di rhythm and blues».
L’esperienza dei Paramounts
Nonostante la stima dell’ambiente musicale britannico, i Paramounts non riescono, però, a ottenere il successo commerciale sperato con vari singoli tra i quali Bad blood, censurata dalla BBC. Nonostante tutto, la passione di Trower non basta a mantenere in vita l’esperienza dei Paramounts che, nel 1966, decidono di prendersi un anno di riflessione. L’anno successivo dal gruppo nascono i Procol Harum, una band dal sound impostato principalmente sull’organo di Brooker, ma che si avvale della chitarra blues di Trower per dare corpo all’insieme. Quando nel 1971, non condividendo la svolta progressiva del gruppo, lascia i Procol Harum Robin Trower forma i Jude insieme a Jim Dewar l’ex bassista degli Stone The Crows, al batterista Clive Bunker già dei Jethro Tull e al cantante Frankie Miller. L’esperienza ha, però, una vita breve tanto che i quattro si separano senza riuscire a pubblicare nemmeno un disco.
I Procol Harum
Il fallimento dei Jude convince Trower a continuare come solista, facendosi accompagnare da Dewar e dal batterista Reg Isidore, con i quali pubblica gli album Twice removed from yesterday e Bridge of sighs, entrambi prodotti dall’ex Procol Harum Matthew Fisher. In questi dischi, Robin, ben sostenuto da un solido tappeto ritmico attira l’interesse del pubblico e della critica con il suo blues acido, frutto di una tecnica dichiaratamente ispirata al suo idolo Jimi Hendrix. Dopo aver sostituito nel 1974 Isidore con Bill Lordan, l’ex batterista degli Sly & The Family Stone, pubblica, sempre con la produzione di Fisher, l’album For earth below con il quale sfonda anche negli Stati Uniti. Il successo, però, sembra intorpidire la sua creatività e le incisioni successive peccano di eccessiva ripetitività negli schemi musicali che, se da una parte contribuiscono a consolidare il suo personaggio, dall’altra allontanano i fans della prima ora. Incurante delle critiche continuerà per la sua strada anche negli anni Ottanta. Nel 1991 accetterà di partecipare alla riunione dei Procol Harum promossa da Gary Brooker.