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La bella Tunisi sfregiata da mille discariche

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“C’e’ la Tunisi vista dall’alto, con i suoi grandi viali alberati, le strade che si intersecano e si scavalcano, le caratteristiche costruzioni dal bianco abbacinante e dagli infissi verdi o blu”.

Poi c’e’ quella che vedi direttamente, con i tuoi occhi, punteggiata, anzi sfregiata da mille discariche selvagge che spuntano ovunque, sia lungo le strade, sia in quelli che erano gli spazi verdi dei raccordi autostradali, sia nei piccoli spiazzi che sembrano attirare irreversibilmente detriti o peggio.  E’ Diego Minuti, per Ansa Med, a denunciare il degrado della capitale della Tunisia e lo fa in un bell’articolo che di seguito riproponiamo, e non solo come informazione, ma per invitare i nostri lettori in viaggio per il mondo a segnalare, denunciare quel che oggi deturpa l’ambiente e la cultura.

La bella Tunisi sfregiata da mille discariche. Ecco l’articolo di Diego Minuti:

“E’ un problema che la capitale tunisina non riesce a combattere e sconfiggere e questa situazione sembra destinata a perpetuarsi, anzi a crescere di ampiezza e pericolosità, sino a quando non si creerà una coscienza civile. Ma è cosa abbastanza improbabile perché gli abitanti di Tunisi, a differenza degli stranieri, sembrano ormai avere fatto l’abitudine a questo spettacolo di sporcizia. Tale fenomeno, che pure esisteva già ai tempi di Zine El Abidine Ben Ali, ma che aveva qualche freno nella durezza dei comportamenti della polizia, a partire dai giorni immediatamente successivi alla ”rivoluzione dei gelsomini” è diventato molto più grande perché, dopo la caduta del regime, tutti hanno pensato che quel che era, sino a ieri, vietato ora era lecito, con una interpretazione abbastanza singolare del rispetto della legge. E quindi, se prima ampliare le abitazioni (soprattutto con il sistema delle sopraelevazioni) doveva avere una qualche autorizzazione, dopo il 14 gennaio 2011 è diventata una cosa quasi scontata, approfittando del caos anche amministrativo dopo il ritorno della democrazia. Per questo, nel giro di pochi mesi, l’edilizia abusiva è diventata una prassi, ma con essa è arrivato il problema di come smaltire i detriti. La soluzione, hanno pensato gli ”edificatori selvaggi”, quasi tutti per necessità, era davanti ai loro occhi: le enormi aree abbandonate (si tratta soprattutto di terreni edificabili) che corrono lungo le strade di maggiore pecorrenza e che sono diventate il ricettacolo di tutto. Un problema per l’ambiente, ma anche per l’igiene e la salute pubblica perché accanto ai detriti sono stati scaricati altri rifiuti, con tanti saluti all’igiene pubblica ed ad un servizio di raccolta che, bene o male, ha sempre funzionato.
Non ci sono remore sui luoghi deputati ad accogliere calcinacci, blocchi di cemento, pezzi di metallo. Basti pensare che l’immensa area che si trova a poche centinaia di metri dall’ingresso sud al centro di Tunisi, stimata ad ospitare un grande progetto immobiliare con capitale estero, dai giorni della rivoluzione è diventata una sterminata sequenza di detriti. Con tanti saluti a quelli che pensavano che, una volta realizzato, il nuovo insediamento sarebbe diventato un magnifico biglietto da visita per le ambizioni di Tunisi di diventare una capitale mediterranea”.