Alle 15,15 del 25 settembre 1967, tre uomini entrano con le pistole spianate nell’agenzia numero 11 del Banco di Napoli di Milano, in largo Zandonai, a poca distanza dalla Fiera.
Qualcosa va storto
Sono arrivati con una Fiat 1100, blu scuro. Sembrano sicuri, ma qualcosa va storto. Improvvisamente suona l’allarme e i tre, con il complice che aspetta fuori, scappano con dieci milioni di lire di bottino inseguiti da decine di macchine della polizia. Tra inseguitori e fuggitivi nasce un drammatico scontro a fuoco per le vie della città. La polizia spara all’impazzata e i banditi rispondono. In viale Pisa i proiettili crivellano un autocarro delle Cartiere dell’ Orto guidato da Franco Melloni. Al suo fianco c’è il cinquantatreenne Virgilio Odone, che resta ferito a morte.
Ventidue feriti e un arresto
Siccome la strada è bloccata, l’auto dei fuggitivi torna indietro, a tutta velocità mentre un proiettile colpisce Francesco De Rosa, 35 anni. Alla fine i feriti tra la gente e i poliziotti saranno ventidue. Per anni si discuterà se i morti e i feriti sono stati provocati dalle armi dei banditi o da quelle dei poliziotti. Dopo piazza Firenze i fuggitivi si dividono. Uno, Arnaldo Rovoletto, ferito al braccio, viene subito catturato e per la banda il destino è segnato. Le sue confessioni portano alla cattura di Donato Lopez e, successivamente, di Pietro Cavallero e Sante Notarnicola. Sette mesi dopo la rapina Carlo Lizzani realizza “Banditi a Milano” un film nel quale Gian Maria Volontè veste i panni di Cavallero.