Il nome edera, helix deriva dalla parola latina helix che significa prendere o aggrapparsi, parola che deriva a sua volta dal termine greco antico helissein che significa arrampicarsi.
Nell’antichità l’edera godeva di grande fama, le sue foglie costituivano, infatti, la corona dei partecipanti di tutte le feste dedicata a Bacco, divinità alla quale la pianta era consacrata.Secondo l’antica leggenda un giovane di nome Cisso, il quale si esibiva nelle feste in onore di Bacco con salti ed acrobazie spericolate, ebbe un giorno un grave incidente. Il divino Bacco, che si era affezionato al giovane, per impedirne la morte lo trasformò quindi in una pianta, l’edera, capace di arrampicarsi su qualsiasi superficie. Dall’antica leggenda nacque l’abitudine artistica di raffigurare Bacco con una corona d’edera sul capo e con il calice avvolto dai rami di edera.
L’Edera, la pianta sacra a Bacco
Essendo, quindi, la pianta sacra a Bacco tra i greci e poi tra i latini si diffuse la convinzione che circondare la fronte con una corona di edera prevenisse gli effetti dovuti alle intossicazioni da eccesso di vino. La convinzione era così radicata che anche gli antichi scrittori documentavano che, per placare i postumi delle sbornie, era sufficiente mettere a bollire alcune foglie di edera nel vino e bere il tutto. Gli antichi credevano, inoltre, che la pianta potesse con le sue foglie separare l’acqua dal vino, in realtà al giorno d’oggi si sa che le fibre delle foglie di edera, non separano l’acqua dal vino ma, assorbono le molecole pigmentate del vino e di altri liquidi. Ancora oggi, nelle osterie dei piccoli centri urbani è tradizione paesana appende fuori dall’uscio un rametto di edera per segnalarne la produzione di vino.
Nella mitologia celtica, invece, l’edera è connessa al culto del serpente e del drago, che rappresentano simboli dell’aldilà.
L’edera è una pianta rampicante con foglie sempreverdi, i fusti aderiscono i sostegni, muri e alberi per mezzo di appendice a forma di radici; i rami freschi di quelli che portano i fiori non hanno radici. Le foglie sono persistenti hanno un Picciolo lungo e sono di colore verde intenso nella parte superiore verde chiaro in quella inferiore.
I fiori sono posti al termine dei rami fertili. Il fiore è formato da un piccolo calice con cinque sepali e dalla corolla di 5 petali giallo verde.
Il frutto è una drupa nera che contiene due o tre noccioli.
Cresce dal mare alla Regione Montana di tutta Italia sui muri sulle rocce sui tronchi degli alberi; preferisce i luoghi freschi e ombreggiati talvolta striscia sul terreno del sottobosco.
Le foglie si possono raccogliere durante tutto l’anno ma sono da preferirsi quelle raccolte in giugno agosto quando sono ben sviluppate. Si recidono senza il picciolo, bisogna evitare con cura di mescolare alle foglie i frutti perché sono velenosi. Le foglie si essiccano all’ombra e si conservano in sacchetti di carta o tela.
L’edera, una pianta dalle mille proprietà
L’edera ha proprietà sedative dello stimolo della tosse, espettoranti, antinevralgiche, analgesiche e anticellulite.
I suoi principi attivi sono i saponosidi, i flavonoidi e l’acido caffeico.
L’edera è una pianta molto efficace per calmare la tosse stizzosa, per dilatare i bronchi e per favorire l’eliminazione dei catarri bronchiali. Questa proprietà è dovuta alla presenza di saponine che tuttavia hanno un certo grado di tossicità e rendono sconsigliabile l’avvalersi di questa pianta mediante preparazione fatta in casa, poiché un errore di dosaggio potrebbe produrre seri inconvenienti.
L’edera esercita invece un’azione sicura e senza inconvenienti per uso esterno. I decotto o gli infusi di foglie di edera esercitano una reale azione anestetica e antinevralgica nelle nevriti ,nei dolori reumatici, nella sciatica e nell’artrite.
Sono state provate benefiche proprietà anche nelle celluliti dove l’azione anestetica permette un massaggio profondo e l’azione astringente vasocostrittrice favorisce il riassorbimento dei liquidi che impregnano i tessuti. Ti raccomando di non lasciare preparativi di edera a portata di mano dei bambini e di non usare mai i frutti che sono velenosi.
I CONSIGLI DEL FARMACISTA
Uso esterno
Le foglie come anestetico antinevralgico anticelulitico.
Infuso o decotto
6 grammi in 100 millilitri di acqua fare impacchi con batuffoli di cotone imbevuti di infuso sulle zone dolenti per un’ora.
USO COSMETICO
Una manciata di foglie di edera infuso dell’acqua calda da un bagno astringente sedativo che predispone al massaggio delle zone cellulitiche.
L’infuso di un pugno di foglie di edera in circa 2 litri di acqua può essere usato per risciacquare i capelli dopo lo shampoo per renderli più lucidi e scuri
LE ERBE IN CUCINA
Riso thai con edera
-200 g di riso thai cotto per assorbimento
-olio extra vergine di oliva q.b
-sale, pepe, succo di limone a discrezione
-un pizzico di paprika
-mezzo cucchiaino di curcuma
-qualche cucchiaio di brodo vegetale
-foglioline di edera terrestre
Sciacqua bene il riso thai sotto l’acqua corrente.
In una pentola versa il riso e pari quantità d’acqua. Cuocilo quindi per assorbimento per circa 15 minuti. In alternativa, segui le indicazioni sulla confezione. Scolalo e mettilo da parte a intiepidire.
Sbollenta per 5 minuti le foglioline di edera lavate e passale subito sotto l’acqua fredda.
In una padella aggiungi 2 cucchiai di olio, la curcuma, la paprika e tosta velocemente. Aggiungi il riso e le foglie di edera. Fai amalgamare, regola di sale e pepe ed aggiungi un cucchiaio di brodo.
Cospargi con il succo di limone e trasferisci nei coppapasta. Decora con foglioline di edera e servi ancora caldo.