Home C'era una volta Kurt Edelhagen, protagonista e anima del jazz europeo

Kurt Edelhagen, protagonista e anima del jazz europeo

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Il 5 giugno 1920 a Herne, in Germania, nasce il direttore d’orchestra Kurt Edelhagen, uno dei protagonisti e degli artefici del jazz europeo.

Gli inizi al violino

All’età di otto anni Kurt inizia a studiare il violino sotto la guida del padre, buon violinista dilettante. Studia inoltre il pianoforte per cinque anni, per poi, all’età di quattordici anni, passare allo studio del clarinetto. Si diploma nel 1941 presso la Folkwang-Schule di Essen. In quello stesso anno inizia a studiare direzione d’orchestra, ma viene chiamato alle armi. Alla fine della seconda guerra mondiale organizza un proprio gruppo con il quale si esibisce presso un club inglese a Herne. Nel maggio del 1946 organizza una propria big band, con la quale inizia a esibirsi con crescente successo.

Un influsso non indifferente

A Colonia Edelhagen fonda il primo corso a livello universitario in ambito jazzistico, presso la Staatliche Hochschule Für Musik. Nel 1954, con la propria orchestra, partecipa alla prima esecuzione del Concerto per Jazz Band e orchestra Sinfonica di Rolf Liebermann. Tra i solisti che in vari periodi fanno parte della sua big band ci sono anche Dusko Gojkovic, Rob Pronk e Derek Humble. Profondamente influenzato inizialmente da Count Baste e da Stan Kenton, Edelhagen è senz’altro non solo leader di valore, ma anche compositore di primo ordine. Nel corso del tempo il suo stile si evolve assumendo una notevole complessità. Muore l’8 febbraio 1982.Oggi la critica ritiene che egli abbia avuto un influsso non indifferente sull’evoluzione di una improvvisazione europea autonoma.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".