Home C'era una volta Koko Taylor, la Regina del Blues

Koko Taylor, la Regina del Blues

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Il 28 settembre 1935 nasce a Memphis, nel Tennessee, Koko Taylor, all’anagrafe registrata con il nome di Cora Walton e considerata una delle più grandi interpreti femminili di blues.

Il blues, primo e unico amore

È in chiesa, da ragazzina, che muove i primi passi come cantante. Appassionata al blues sin dall’adolescenza, fa di tutto per incontrare e conoscere i bluesmen che negli anni Cinquanta si esibiscono a Memphis. A vent’anni incontra B. B. King, che intuisce le sue potenzialità, la aiuta a farsi strada ed è prodigo di consigli e di suggerimenti. Dopo aver sposato il cantante e ballerino Robert Taylor, nel 1956 si trasferisce a Chicago dove, ancora una volta, si fa notare per le sue straordinarie qualità. In un primo tempo il disc-jockey Big Bill Hill di Radio Wopa, e successivamente Willie Dixon le schiudono le porte di locali importanti e di molte case discografiche.  Dopo un periodo di buoni successi in club chicagoani con i gruppi di Buddy Guy, Mighty Joe Young e J. B. Lenoir, nel 1961 incide il suo primo disco per la Spivey. Wang dang doodle di Willie Dixon è il suo primo grande successo discografico.

Una potenza vocale incredibile

La critica non ha più dubbi: Koko è una grande interprete di blues. C’è chi la ribattezza “Regina del blues” e gli anni Settanta la consacrano come cantante originale, violenta, con un registro vocale limitato, ma con una potenza vocale quasi incredibile. Nel 1990 nel sequel del film “Blues Brothers” canta nei Louisiana Gator Boys una band inventata appositamente per il film che ha fra i componenti B.B.King, Gary U.S.Bonds, Bo Diddley, Eric Clapton e molti altri. Koko Taylor muore a Chicago il 3 giugno 2009 a causa di un’emorragia gastrointestinale dovuta alle complicazioni causate da un intervento chirurgico avvenuto il 19 maggio dello stesso anno. Il suo stile ha influenzato interpreti come Bonnie Raitt, Shemekia Copeland, Janis Joplin, Shannon Curfman, Susan Tedeschi e molti altri. La sua ultima apparizione live è stata al Blues Music Awards, il 7 maggio 2009.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".