Home C'era una volta John Surman, un solista di sax con la voglia di sperimentare

John Surman, un solista di sax con la voglia di sperimentare

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Il 30 agosto 1944 a Tavistock, in Gran Bretagna, nasce il sassofonista, qualche volta clarinettista, e sperimentatore di sonorità elettroniche John Surman.

I primi passi con Alexis

Le sue prime esperienze da strumentista risalgono agli inizi degli anni Sessanta quando, per un breve periodo suona con i Blues Incorporated di Alexis Corner. Poco tempo dopo, entrato a far parte dell’orchestra di Mike Westbrook, si impone all’attenzione del mondo del jazz grazie all’assolo registrato nel brano Outgoing nel quale mette in mostra eccezionali qualità di virtuoso del sax baritono. Lasciato Westbrook nel 1964, prosegue l’attività collaborando con alcuni dei più importanti esponenti dell’area jazzistica inglese come Mike Gibbs, Graham Collier, Chris McGregor, Dave Holland e John McLaughlin. Molto importante nella carriera di Surman è il sodalizio artistico con due musicisti statunitensi, Stu Martin e Barre Phillips, con i quali costituisce un trio, chiamato semplicemente The Trio, grazie al quale si afferma definitivamente come uno dei più brillanti e originali solisti di sax baritono del jazz moderno.

Esperimenti e rapporti duraturi

Nel 1973 Surman è nuovamente alla testa di un trio chiamato SOS, formato però, questa volta, con altri due sassofonisti, gli inglesi Alan Skidmore e John Osborne. Nellaseconda parte degli anni Settanta del Novecento Surman, che nel frattempo effettua vari esperimenti nel campo dell’elettronica, si allontana per qualche anno dalla scena musicale attiva, dedicandosi all’approfondimento delle tecniche. Ritorna poi all’attività, realizzando una serie di brillanti collaborazioni discografiche con artisti come John Abercrombie, Jack De Johnnette, Mick Goodrick e Miroslav Vitous. Molti dei contatti stabiliti in quegli anni sono durati nel tempo.

 

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".