Home C'era una volta John “Streamline” Ewing, un trombone per molti stili

John “Streamline” Ewing, un trombone per molti stili

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Il 19 gennaio 1917 nasce a Topeka, nel Kansas, il trombonista John Ewing, più conosciuto nell’ambiente dei musicisti con il soprannome di “Streamline”.

Boogie Woogie On St. Louis Blues

Ewing inizia a suonare a diciassette anni in un’orchestra guidata da Richard Harrison e qualche anno dopo, nel 1938, viene scritturato da Fletcher Henderson per suonare dal vivo senza però prendere parte alle sedute di incisione da quest’ultimo realizzate in quell’anno. Dal 1939 è al fianco di Edward Burke e Joe McLewis nella sessione dei tromboni dell’orchestra di Earl Hines, che incide a New York diversi dischi, compreso il famoso Boogie Woogie On St. Louis Blues. Nel 1943, dopo due brevi apparizioni nelle orchestre di Louis Armstrong e Lionel Hampton, entra nell’organico guidato da Jimmie Lunceford con il quale rimane fino al 1945.

Da Caab Calloway a Willy De Ville

Molto apprezzato nell’ambiente musicale nel 1946 suona con Cab Calloway, nel 1948 con Jay McShann e all’inizio degli anni Cinquanta con la big band di Cootie Williams. Successivamente si trasferisce in California, dove si dedica essenzialmente all’attività di free-lance, anche se non rinuncia a suonare con una certa regolarità nell’orchestra di George Jenkins. Durante gli anni Sessanta effettua varie tournée con Horace Henderson e qualche estemporaneo concerto con Rex Stewart. Nel 1983 suona con la Eagle Brass Band e nel 1990 registra con Johnny Otis. Il trombone è presente anche in due album di Willy DeVille: Backstreets of Desire del 1992 e Big Easy Fantasy del 1995. Ewing muore il 1° febbraio 2002.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".