Home C'era una volta Joe Darensbourg, un clarinetto sottovalutato

Joe Darensbourg, un clarinetto sottovalutato

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Il 9 luglio 1906 nasce a Baton Rouge, in Louisiana, il clarinettista Joseph Darensbourg, detto Joe, figlio di un cornettista di una brass band

Yellow Dog Blues

I suoi primi strumenti sono il violino e il pianoforte. Passa poi al clarinetto prendendo lezioni dapprima nella sua città natale e poi a New Orleans, dal celebre Alphonse Picou. Forma quindi un gruppo insieme al fratello violinista Frank e ha l’occasione di suonare a fianco del noto trombettista di New Orleans Buddy Petit di passaggio a Baton Rouge. Nel 1923 diventa professionista viene scritturato da orchestre come quelle dirette da Fate Marable, Charlie Creath, e, brevemente, Jelly Roll Morton. Gira per gli Stati Uniti in orchestre da circo e successivamente si unisce al cornettista Mutt Carey. Alla fine degli anni Venti con propri gruppi suona anche sui piroscafi oltre che a Vanvouver e a Seattle. Dopo una sosta dovuta a un incidente automobilistico si stabilisce in California. Proprio lì nel 1944, alla scomparsa di Jimmie Noone, si unisce alla Creole Jazz Band di Kid Ory, con la quale resta, sia pur con alcune pause, per una decina d’anni. Fra gli altri noti personaggi del jazz con cui suona vi sono i trombettisti Joe Daily, Teddy Buckner e Wingy Manone. Alla fine degli anni Cinquanta alla testa di un proprio gruppo ottiene un notevole successo discografico con il brano Yellow Dog Blues.

Un riconoscimento tardivo

Nel 1961 è a Disneyland con Johnny St. Cyr e nel settembre dello stesso anno si unisce con gli All Stars di Louis Armstrong, coi quali resta fino al giugno del 1964. Negli anni successivi prende parte a concerti e a tournée in varie parti del mondo. Nell’agosto del 1974, se ne va in Inghilterra dove viene girato un film sulla sua vita e in quel periodo suona con Chris Barber e varie band inglesi di jazz tradizionale. Pur essendo nato nel luogo e nel periodo che ha visto la fioritura della seconda grande generazione del jazz successiva a quella che va da Buddy Bolden a King Oliver non ha avuto il successo che si sarebbe meritato. C’è chi ha scritto che questa mancanza di fortuna è da ricercare nel fatto che Darensbourg durante gli anni cruciali dello sviluppo e della crescita del jazz classico, anziché stabilirsi a Chicago, città cardine per il jazz nella seconda metà degli anni Venti, ha invece scelto Seattle e Vancouver, oppure ha suonato su bastimenti di linea. Gli sono mancate quindi le occasioni di incidere dischi fondamentali. Nonostante le difficoltà comunque negli anni Settanta recupera in gran parte il tempo perduto e ottiene riconoscimenti tardivi al suo genio musicale. Muore il 24 maggio 1985.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".