Il 27 novembre 1942 nasce a Seattle Jimi Hendrix registrato all’anagrafe con il nome di Jimi Marshall Hendrix. La chitarra diventa la sua compagna di vita a undici anni quando, persa la madre, trova in quelle corde sottili uno sfogo per il dolore e la rabbia che sente dentro.
Smussarne gli angoli più neri
La musica pian piano prende il posto degli affetti fino a divenire la sua unica ragione di vita tanto che decide di farne la sua sposa iniziando un vagabondaggio musicale al servizio di chiunque sia disponibile a pagarlo per suonare, anche soltanto per una sera. Ha sedici anni quando sceglie di non andare più a scuola. Niente nella sua vita è indolore, neppure il lungo periodo passato a prestare il suo genio ad altri per qualche dollaro e molte pacche sulle spalle. Probabilmente il suo talento sarebbe rimasto nascosto e inespresso negli Stati Uniti, se la sua strada non avesse incrociato un giorno quella dell’ex Animals Chas Chandler, un tipo rude dal grande fiuto, che lo convince a lasciare la sua terra per seguirlo nella lontana Gran Bretagna. Oggi c’è chi ne esalta l’intuito e l’istintività, più che la tecnica, quasi per ridimensionarne la figura e la portata. È un’operazione che comincia quando ancora è in vita, per depotenziarne la carica eversiva. Si badi bene, non è la sua carica sensuale il pericolo («tenete a casa le vostre sorelline»), ma il suo essere un nero di successo, con saldissime radici nella musica nera, in uno showbusinnes dominato da bianchi. È la sua simpatia per il Black Panthers Party, unita alla decisione di formare il primo complesso rock di soli neri, la Band Of Gypsys, con Buddy Miles alla batteria e Billy Cox al basso a creare “disordine” in un ambiente in cui si incoraggia il ribellismo, ma la presa di coscienza fa paura. Non è un segreto che, a partire dal 1969, il suo management dedica gli sforzi maggiori a smussare gli angoli più “neri” del personaggio, piuttosto che a valorizzarne l’estro creativo e le potenzialità. Le sue simpatie per il Black Panthers vengono “censurate” fino a quando è possibile per non “alienargli la simpatia del pubblico bianco”.
Un genio che ha aperto nuovi orizzonti
Hendrix è stato un genio d’oro zecchino capace di aprire nuovi orizzonti alla chitarra elettrica nel rock proprio partendo dalle radici nere di questa musica. La sua vena creativa sperimenta oltre i limiti conosciuti fino a quel momento le possibilità dell’elettrificazione e dell’amplificazione, rimescolando blues, jazz e rock. La sua tecnica sfrutta tutti gli effetti sonori possibili portando il suono a percorrere strade inesplorate e suggestive, mentre anche il corpo si mette al servizio della chitarra nella ricerca di nuove sonorità (suona con il palmo della mano, con il gomito e con i denti). La critica dell’epoca (con qualche eccezione) prende una cantonata storica quando snobba e definisce “eccessi da gigione” quella che è l’essenza stessa delle sue innovazioni: l’eccesso come arte o l’arte dell’eccesso come dir si voglia. In questo senso si può dire che Jimi Hendrix regala una nuova dimensione alla chitarra elettrica che, con lui, cessa di essere un semplice strumento per diventare una macchina da suoni, simbolo di una generazione.